Recensione: I guerrieri d’argento

Anche con questa recensione, purtroppo, siamo in ritardo di qualche giorno sulla tabella di marcia… ma meglio tardi che mai, no? 😉
Scherzi a parte, quest’oggi tocca al libro d’esordio di Elvio Ravasio, ovvero un fantasy intitolato I guerrieri d’argento.

Titolo: I guerriedi d’argento
Autore: Elvio Ravasio
Genere: fantasy classico
Editore: Senso Inverso
Collana: Senza tregua
Pagine: 159
Anno di pubblicazione: 2011
ISBN: 9788896838259
Prezzo: € 15,00
Formato: brossura
Valutazione:

Ringrazio l’autore per avermelo spedito.



Credo che, prima o poi, un articolo dedicato alla nauseante abitudine (per non dire mania) da parte di moltissime case editrici di autoelogiare i propri libri nella quarta di copertina sia d’obbligo. Manco a dirlo, infatti, questo è successo anche con I guerrieri d’argento: mi arriva a casa il pacco, lo scarto, lo giro per leggere il riassunto e mi ritrovo a dover leggere un bel “L’inizio di una nuova saga che rivoluzionerà il genere fantasy”.
Sorvolando sul discutibile buonsenso di questa scelta, che a mio parere non dimostra il massimo della serietà, non trovate anche voi che sia un trovata poco meno che masochista? Se un libro fosse veramente l’inizio della saga che rivoluzionerà il genere fantasy, non pensate che sarebbe giusto se fosse il romanzo stesso a giudicarsi da solo? E nel caso molto più realistico che questo non accada… ma che figura fa fare al libro e all’autore e soprattutto allo stesso editore?
Il caso vuole che io sia talmente abituata a leggere frasi del genere nei libri pubblicati da non prestarci neanche più attenzione, ma ad ogni modo trovo che sia una scelta molto fastidiosa: perché un lettore non può avere il diritto di crearsi da solo un parere sui libri che legge? Perché deve essere influenzato da un giudizio per ovvi motivi di parte? Sarò pure allergica alle tecniche di marketing, ma proprio non lo capisco.
In ogni caso, torniamo alla nostra recensione.

Ho avuto modo di scambiare un paio di messaggi con l’autore prima di cominciare con la lettura, il quale mi ha detto che I guerrieri d’argento è stato scritto per una bambina all’ora di 11 anni – sua figlia, a essere precisi – e quindi mi ha pregato di leggerlo con quello spirito. Detto fatto: ho tirato fuori quel che è rimasto della “me undicenne” e mi sono messa a leggere.
Qui però ci sarebbe un’altra cosa da dire: scrivere un libro rivolgendosi a un gruppo di ragazzini non implica che l’autore del suddetto abbia la libertà di ignorare le regole della lingua e della narrativa contando sul fatto che i futuri lettori probabilmente non se ne accorgeranno. Con questo non sto dicendo che I guerrieri d’argento sia scritto da cani, certo che no… però che sia stato scritto per un pubblico di bambini non giustifica certi errori che sono stati commessi, e che vi mostrerò fra poco.

Ma partiamo dal principio: di che parla I guerrieri d’argento?
Sarò sincera: non lo so. A questo punto, avete il pieno diritto di darmi della cretina: “Ma come, l’ha letto e non sa di che parla?”.
Be’, chiariamoci. Lontanamente lo so di cosa parla, non sono ancora del tutto rincretinita. Ma il problema… anzi, i problemi sono i seguenti:

• per quanto mi sia sforzata, non sono riuscita a trovare un senso alla trama de I guerrieri d’argento. In pratica, tutto si risolve in questo riassunto che ho pescato su internet:

Ottava era del tempo di Ulum: la pace e la serenità regnano da tempo sulle lande di Arìshtar, sotto la guida di Arkàdon. Ma un giorno il cielo si oscura e improvviso comincia a soffiare un vento impetuoso. Sarà il principio di una tremenda lotta tra le forze del bene e quelle del male. Elamar degli altopiani, ragazzo Goljis e Nayla, giovane dei Cèldi, partono per un viaggio decisivo, lungo territori fantastici, alla difesa delle loro terre: un viaggio che li unirà e li farà crescere.

… ma il risultato non è affatto lineare come sembra. La trama, infatti, pur nella sua semplicità (per non dire banalità) viene trattata in un modo talmente arzigogolato da risultare incomprensibile ai miei occhi, piena di contraddizioni, buchi di logica e così via.

• lo stile, oserei dire inesistente, risulta anonimo e quasi del tutto privo di personalità, oltre che spesso pieno di difetti: troppi errori grammaticali e sintattici, sviste, refusi, ripetizioni e vari obbrobri stilistici. La mancanza di un correttore di bozze e ancor più di un buon editor si fa sentire. Il che non ha propriamente conciliato la mia concentrazione durante la lettura…

Fatto sta che la situazione è questa: non so se la colpa è mia o se è effettivamente così, ma resta che non sono stata in grado di capire il senso di questo romanzo. Un puzzle composto da tessere che quasi nulla avevano a che fare le une con le altre: così potrei definire la “trama” de I guerrieri d’argento.

Poco fa accennavo allo stile, e ora è venuto il momento di approfondire questo aspetto del libro.
Come al solito partiamo dall’inizio, cioè dal prologo. Prologo che, manco a dirlo, presenta lo stesso, identico difetto comune al 99% dei libri fantasy che mi sono capitati di recente: colloca la vicenda nel suo periodo storico e nella sua posizione geografica, ma naturalmente lo fa raccontando il tutto. E a questo punto non ci resta che sorbirci l’ennesimo trattato storico-geografico:

Nella VIII Era del tempo di Ulum: prima della battaglia di Lemor, della grande piena e ancor prima dell’Adunanza, sulle lande di Arìshtar il tempo trascorreva sereno.
Arkàdon regnava sulle lande del sacro monte Umar, una montagna impervia e austera. La cima era invisibile a occhio nudo e le pareti inaccessibili, una nebbia densa ne avvolgeva la parte centrale formanzo un fitto anello impenetrabile.

Notare soprattutto la prima frase, priva di verbo, e quella finale: qualcuno mi spiega cos’è la parte centrale di una montagna e come fa a essere avvolta da un anello di nebbia fitta, densa e impenetrabile? E come al solito non dimentichiamoci dei soliti aggettivi inutili e specialmente di quanto un incipit del genere inviti a proseguire la lettura. Solo a me ricorda un certo “Il vento ululava nella notte, portando con sé un odore che avrebbe cambiato il mondo”?

Ci sarebbe molto altro da dire, ma mi sono già stancata di parlare del prologo. Quando si inizia con lo stesso identico schema di incipit (tra parentesi, mi domando come possa andare tanto di moda, dal momento che è stato dimostrato da tempo che un inizio del genere non funziona) l’attenzione svanisce presto. Perciò facciamo un salto di una decina di pagine, dove facciamo conoscenza con il secondo grosso problema de I guerrieri d’argento:

«Nessuno può colpire un Drill da tre distanze di lunghezza!» lo interruppe Nayla con un tono di disappunto. Una lunghezza corrispondeva, infatti, a circa trenta passi di un uomo adulto. (pag. 15)

Diamo il benvenuto anche al nostro amico Infodump. Non è uno degli esemplari più gravi che ho trovato, ma il problema è sempre lo stesso: un dato del genere, posto che serva a qualcosa nella storia, finisce dimenticato nel giro di poche pagine, perché il raccontato non rimane in testa. Più avanti ne troviamo altri:

Dall’inizio dei tempi gli Immortali divisero in ere il trascorrere dei secoli, a ogni era veniva dato il nome di una persona distinta per particolare meriti o gesta. Ogni nome attribuito era mantenuto per dieci ere, dopo di che veniva sostituito con un altro. Un’era durava cinquanta dei nostri anni. (pag. 40)

Oltre al solito Infodump, rigorosamente raccontato, troviamo anche un altro difetto non da poco: come può il narratore affermare che un’era di Aristhar equivale a un nostro mezzo secolo? Non sarà per caso l’autore che fa capolino nella storia?
Questa è una piccolezza, se volete, ma bisogna prestare attenzione a particolari del genere: un narratore è un’entità fittizia che deve limitarsi a raccontare (o meglio, a mostrare) la sua storia e che non può permettersi considerazioni personali o confronti tra un mondo immaginario e quello reale. E appena una pagina più tardi:

Colui che li aveva guidati fino lì era il loro Re, Norfolk di Kardon, colui che aveva dato il nome al popolo. Nell’antica lingua, Emidi significa infatti discesi dal cielo. Il nome era stato scelto da Norfolk per ricordare le loro reali origini.
La città degli Emidi era costruita da abitazioni ricavate all’interno di giganteschi alberi, una piccola scala intagliata direttamente nel tronco portava all’ingresso. L’entrata si trovava, più o meno, a due braccia da terra. In alcuni alberi si potevano ammirare abitazioni a due piani e, solo nei più grossi, tali abitazioni arrivavano fino a tre; scale interne collegavano i pieni tra loro e graziose finestra, di forma ovale, lasciavano penetrare la luce all’interno. Tutt’intorno bambini dai capelli bianchi giocavano felici. Ognuno dei piccoli, appena vide Norfolk arrivare, gli corse incontro per abbracciargli le gambe. Il Re accarezzava la testa di ognuno di loro con le sue grandi mani e li rispediva a giocare.

Altra bella descrizione piatta e che non trasmette nessuna immagine concreta. E purtroppo si dà il caso che la maggioranza delle parti descrittive sia così. Leggete ad esempio questa:

Il gruppo era così formato. Elamar degli altopiani, veloce come il vento, dagli occhi scuri e la carnagione dorata, i capelli corvini lisci e lunghi in egual misura ondeggiavano al vento.[…]
Nayla dei Cèldi dalla carnagione chiara e delicata, i morbidi capelli biondi leggermente ondulati le cadevano sulle spalle; il volto, dai lineamenti gentili, ma dall’espressione decisa, lasciava intuire le sue nobili origini.[…]
Infine Gotland degli Emidi, dal fisico scattante e asciutto. I capelli bianchi, lunghi fin sotto le orecchie non tradivano la giovane età che i suoi occhi verdi dall’espressione astuta lasciavano percepire.  (pag. 44)

Devo dire che ho sempre adorato le descrizioni stile lista della spesa, specialmente quando sono tutte insieme. Be’, immaginatevi 160 pagine in cui a ogni descrizione si è costretti a leggerle e ditemi se non verrebbe anche a voi la voglia di buttare il libro dalla finestra.

Un altro errore ricorrente è il nostro amico PoV salterino, che anche qui non si fa attendere, ma soprattutto le virgole tra soggetto e verbo, che vi proporrò affinché voi ammiriate in che incredibili posizioni si sono andate a cacciare questa volta:

Purtroppo il nemico, aveva decifrato parte del libro di Iljia […] (pag. 29)

Arrivato in prossimità della pietra, Elamar, notò quelle scritte e cercò di interpretarle […] (pag. 38)

Senza esitare, tutti e tre, varcarono un portone di legno che sembrava si potesse sbriciolare da un momento all’altro. (pag. 96)

Tra gli altri difetti troviamo spesso una punteggiatura sballata (per esempio, i dialoghi che vengono introdotti da  « e » se sono a fine frase devono essere chiusi con un punto, cosa che non avviene mai), che di per sé non sarebbe un errore fastidioso come gli altri, ma ne I guerrieri d’argento accade un fenomeno ugualmente irritante: a un certo punto – precisamente a pagina 16 e nelle successive – Elamar inizia a raccontare come è arrivato al villaggio dei Cèldi. Vengono giustamente aperte le virgolette caporali e il nostro personaggio comincia la sua storia in prima persona. Nella pagina dopo, però, Elamar si ritrova a dover riportare a sua volta dei discorsi diretti, che vengono anch’essi introdotti con le virgolette caporali. Accade una cosa del genere, dunque:

Elamar inizia a narrare la sua storia:
«Era una giornata di sole cocente e stavo cacciando un Drill…
[segue una pagina]
… vidi un uomo fermo in mezzo alla via, che mi disse:
«Vieni avanti, Elamar, non avere paura.» 
«Non ho paura!» risposi.»

In pratica, troviamo discorsi diretti all’interno di altri discorsi diretti senza nessuna distinzione: il risultato è che per una buona manciata di pagine non si capisce se è ancora Elamar che parla, se è uno dei personaggi che lui fa parlare o se è il narratore che sta riportando la scena dall’esterno. Insomma, un ottimo metodo se si vuole che il lettore non capisca nulla di quello che legge.

A parte questi difetti, il problema alla fine è sempre lo stesso: sembra che chi scrive non si sia saputo informare a sufficienza sulle regole della narrativa, in particolare della narrativa fantasy. Durante tutta la durata della storia non capivo dove l’autore volesse andare a parare: tutto mi appariva come un’accozzaglia di situazioni slegate e alquanto improbabili, tra l’altro scritta piuttosto male. Una vera delusione, in poche parole.

Parlando di aspetto esteriore del libro, sulla scelta di inserire immagini all’interno della storia non mi trovo d’accordo, perché ritengo che debba essere il lettore stesso a immaginare da solo personaggi e scene, ma almeno in questo caso i disegni sono ben fatti, a parte i soliti tre o quattro in stile fumettoso. Se non fosse per la parte grafica, come la copertina (che è davvero bella) e appunto le illustrazioni, non sarei andata oltre la stella e mezzo: per fortuna con I guerrieri d’argento l’occhio ha avuto la sua parte.
La stessa cosa non si può dire per tutto il resto, però: al di là delle mie considerazioni personali, trovo che I guerrieri d’argento sia un romanzo scadente, che come al solito sarebbe potuto risultare dieci volte migliore se si fosse prestata più attenzione ai dettagli. Non metto in dubbio che un ragazzino di 11 anni possa goderselo tranquillamente senza nemmeno notare certi difetti, ma se chi legge ha un po’ di anni e di esperienza di letture in più alcune cose non passano affatto inosservate.

Qualcuno di voi potrebbe obbiettare: ma è scritto per bambini di 11 anni! Deve essere semplice, o non capirebbero niente!
Be’, sappiate che “semplice” non significa mai “tirato via”, e romanzi come La storia infinita, L’occhio del lupo, Il GGG e tanti altri ne sono la prova. Questo per dire che non è ammissibile scrivere cattivi libri con la scusa che sono per bambini: su 100 piccoli lettori, bene o male, 99 non si accorgeranno di certi errori, ma potrebbe sempre essercene uno che non se li lascia sfuggire. Un esempio potrebbe essere la sottoscritta, che da piccola sapeva recitare a memoria i libri di Geronimo Stilton, ma a cui nonostante tutto non sfuggiva nemmeno una delle (tante) incongruenze presenti… ^^

Per il momento, dunque, il mio giudizio si ferma a due stelline: come al solito, se I guerrieri d’argento fosse finito tra le mani di un editor esperto, molto probabilmente si sarebbe rivelato un piccolo gioiello, un racconto per bambini ma tuttavia godibile anche da un pubblico di adulti.

70 pensieri su “Recensione: I guerrieri d’argento

  1. Mai giudicare un libro dalla copertina: parole sante ^^
    Da come ne parli, questo libro è la conferma del famoso proverbio: peccato, però, visto che un buon editor avrebbe potuto eliminare tutti questi difetti.
    Gli autoelogi, inoltre, sono raccapriccianti, davvero: il libro si condanna (nella maggior parte dei casi) al patibolo con le sue stesse ‘righe’.

    • Be’, a dirla tutta, ci sono certi libri che effettivamente si giudicano da soli grazie alla copertina, che non è decisamente il massimo ^^
      Non so… mi viene in mente, ad esempio, una cosa del genere: il libro non l’ho letto, ma a giudicare dai commenti che girano sul web deve essere una perla di rara bellezza =D

    • Io l’ho detto (credo di aver) che anche una recensione negativa fa pubblicità ^^
      Però sei avvertito: secondo me non è un gran modo per spendere 15€.

      Ps: tu ho risposto nella discussione sulle storie della nonna II… facci un salto, se vuoi.

    • Criticoooo….
      sei in arretrato di qualche risposta anche con me. Fai un salto a tutte le precedenti recensioni, c’è una mia domanda che ti aspetta.

  2. mamma sei proprio senza nessuna pietà……….;)

    ho una domanda stupida, ma come si fa a evitare totalmente gli infodump? cioè, se in un fantasy vuoi dare qualche informazione puramente accessoria ma interessante per quel momento non puoi ogni volta farlo dire da qualche personaggio non trovi? cioè è come se io in realtà facessi parte di un romanzo e, per esempio, andando alla posta mi mettessi a discutere con l’impiegato per dare info al lettore sul sistema postale del mondo degli umani…no va beh, sto esagerando, la domanda semplice e lineare è : gli inforigurgiti vanno evitati sempre o solo usati con moderazione e intelligenza? (è solo una curiosità mia da “lettore dilettante”)

    • mamma sei proprio senza nessuna pietà……….;)

      Lo so u.u

      ho una domanda stupida, ma come si fa a evitare totalmente gli infodump? cioè, se in un fantasy vuoi dare qualche informazione puramente accessoria ma interessante per quel momento non puoi ogni volta farlo dire da qualche personaggio non trovi? cioè è come se io in realtà facessi parte di un romanzo e, per esempio, andando alla posta mi mettessi a discutere con l’impiegato per dare info al lettore sul sistema postale del mondo degli umani…no va beh, sto esagerando, la domanda semplice e lineare è : gli inforigurgiti vanno evitati sempre o solo usati con moderazione e intelligenza? (è solo una curiosità mia da “lettore dilettante”)

      Non è affatto una domanda stupida: io affatto, in quanto aspirante scrittrice, ho incontrato e continuo a incontrare questo problema.
      Innanzitutto, ti cito la definizione di Gamberetta, che a mio parere è ottima: “L’inforigurgito è l’impellente necessità dell’autore di fornire informazioni al lettore. L’autore si rende conto che il lettore ha bisogno di determinate informazioni per comprendere gli sviluppi della storia, e perciò gliele vomita addosso. Peggio, spesso l’autore crede che le informazioni siano vitali, quando in realtà non lo sono.”
      In linea di massima le informazioni accessorie (cioè che non fanno progredire la storia) andrebbero tagliate: per esempio, non credo che sapere come funzionano gli uffici postali nella terra di Pincopallo possa interessare a qualcuno. In ogni caso, la soluzione è sempre mostrare: prendendo come spunto I guerrieri d’argento, un’idea che mi viene sul momento per mostrare, ad esempio, che una Lunghezza equivale a trenta passi (sempre che, ripeto, questa informazione sia necessaria – cosa che non mi sembra), potrebbe essere far dire al personaggio «Nessuno può colpire un Drill da tre distanze di lunghezza! Sarebbe come infilzare una formica dall’altra parte del fiume!», magari accennando prima che il suddetto fiume era piuttosto largo…
      In alternativa, si può sempre pensare di mettere una nota informativa a fondo pagina, come fa Bartimeus 🙂

      • ma qualcuno secondo te va davvero a leggere le note?? °o°

        comunque si, mostrare forse è sempre meglio…… certo a volte 4 righe di raccontato ti risparmiano 4 pagine di mostrato, forse in un tomo da 1000 pagine si può anche capire, un po’ meno in un fentasi da 150 pagine…..

        ma che sono poi sti drill??? (non quello che mangiano le balene credo)

      • Be’, se se ne trova una ogni tanto, non vedo perché no ^^
        Lo so, infatti la regola non è “mostrare tutto indistintamente”, ma avere la consapevolezza di quando si può raccontare per esempio per velocizzare le cose. Non so… piuttosto che una scena dove un personaggio gira le chiavi di casa, attraversa il cortile, chiude il cancello, si avvicina alla macchina, preme il pulsante apri-porte, si siede in macchina, gira le chiavi per avviarla, toglie il freno a mano, e pigia sull’acceleratore, in cui tutti questi passaggi sono inutili, preferirei un bel “Uscì di casa e prese la macchina per recarsi al lavoro” ^^

        PS: quelli sono i Krill, non i Drill! xD

      • Su questo non sono d’accordo, non totalmente, almeno.

        Sono una di quelle lettrici che si rilassa da morire a leggere i più insignificanti particolari che caratterizzano un mondo inventato, appunto i classici “raccontati”.

        Anzi, sono convinta che la bravura di un autore fantasy, in un tomo voluminoso, sia proprio quella di riuscire a ricreare un universo dettagliato e particolare, che diverga dal mondo reale. Quello che dici tu può andar bene in un libro da 200 pagine, ma non in uno da 500-1000 pp.

        E’ come per i film: alcuni si annoiano a vedere scene di vita quotidiana, mentre a me piace moltissimo.

      • “Sono una di quelle lettrici che si rilassa da morire a leggere i più insignificanti particolari che caratterizzano un mondo inventato, appunto i classici “raccontati”.”

        Anche Lovecraft raccontava, ma non mi risulta che abbia inserito dettagli insignificanti nei suoi racconti, anzi, quest’ultimi servivano parecchio allo svolgimento della trama stessa.

        “Anzi, sono convinta che la bravura di un autore fantasy, in un tomo voluminoso, sia proprio quella di riuscire a ricreare un universo dettagliato e particolare, che diverga dal mondo reale. Quello che dici tu può andar bene in un libro da 200 pagine, ma non in uno da 500-1000 pp. ”

        A parte che già un esordiente che scrive 1000 pagine può anche riporre l’opera nel cassetto (a meno che non sia raccomandato o pubblichi a pagamento). Per giunta, se è anche farcita con dettagli inutili e insignificanti, allora è l’autore stesso che proprio NON VUOLE pubblicare! E poi da quando in qua la qualità di un’opera è strettamente legata alla lunghezza??

  3. Mi risulta che questa casa editrice sia a pagamento, ergo, è ovvio che abbia pubblicato questa monnezza. Ma poi mi chiedo, se il libro è stato scritto in passato per una bambina di 11 anni, perchè farlo pubblicare da un editore? Non bastava farlo leggere in PRIVATO alla bimbetta e risparmiarci a noi altre eruzioni cutanee??

    P.s.: classico caso nel quale la copertina serve a nascondere il contenuto raccapricciante;)

  4. Rincaro la dose: Senso Inverso ha accettato lo STESSO manoscritto inviato dal Writer’s Dream alla Albatros, tempo fa: il manoscritto (per chi non lo sapesse) era un copia incolla di pagine wikipedia, links e roba varia che rendeva il tutto illegibbile e, ad una prima semplicissima occhiata, impubblicabile.
    Non ci vuole molto a fare 2+2 e a capire che non selezionano, ma prendono solo i soldoni come i loro colleghi citati prima.

      • facciamo leggere ai bambini la trilogia de “queste oscure materie”, così crescono bene…….^^

  5. Buongiorno a tutti, visto che sono l’autore mi permetto di dire due parole, ho già avuto uno scambio di mail con il recensore di questo blog riguardo appunto il suo modo di recensire che non approvo e non condivido.
    Il mio libro può piacere o non piacere, non sto a sindacare ma sono state dette alcune cose sbagliate e preferisco chiarirle. La Sensoinverso non è un editore a pagamento e chi ha detto la bufala che ha accettato il libro con i copia incolla farebbe meglio a documentarsi prima di far girare notizie false. Richiede un minimo di copie in acquisto e nient’altro, copie che ho già riordinato 3 volte perché vendute da me. Preciso anche che il loro editor mi ha rispedito due volte l’opera con le correzioni e non ha pubblicato il lavoro cos’ come gli è arrivato, solo per precisare. Per il resto potri citare decine e decine di esempi di infodump e altro di libri di successo ma risulterebbe un elenco noioso. Inoltre quando un libro mi prende, sinceramente chissenefrega se manca un punto, una virgola è al posto sbagliato ecc ecc lo leggo comunque volentieri. Questa è la prima recensione veramente negativa che ricevo, le altre le potete leggere sul blog del libro e va bene così, non ci sono problemi. Io continuerò a ripetere al recensore che valutare un libro per i punti, le virgole, gusti personali e punti di vista non è un modo corretto di fare recensioni. Dovresti fare una scelta, fare l’editor o fare il recensore, sono due cose distinte, valuta la storia e non se manca un punto o una d eufonica è sbagliato. Per curiosità mentre leggevo “la spada di shannara” ho evidenziato i vari errori, best seller internazionale con signori editor alle spalle, potreste stupirvi da cosa ho trovato e a me il libro è piaciuto tantissimo lo stesso quindi direi di decidere cosa si vuole fare da grandi.
    Rispetto comunque il giudizio personale sul libro, pazienza, vuol dire che i ragazzi e le persone a cui è piaciuto non la vedono come te.
    Con questo non voglio innescare un botta e risposta o una polemica, per me finisce qua, buon lavoro
    Elvio Ravasio

    • Ti ringrazio per aver commentato, Elvio. Permetti però che anch’io dica la mia: non voglio polemizzare, perché non ce n’è bisogno, ma soltanto chiarire alcune cose.

      La Sensoinverso non è un editore a pagamento e chi ha detto la bufala che ha accettato il libro con i copia incolla farebbe meglio a documentarsi prima di far girare notizie false. Richiede un minimo di copie in acquisto e nient’altro, copie che ho già riordinato 3 volte perché vendute da me.

      Se chiede un numero di copie da acquistare allora È un editore a pagamento. Non è della peggior specie, se vuoi, ma io considero editore free soltanto chi non chiede nessun tipo di contributo.

      Preciso anche che il loro editor mi ha rispedito due volte l’opera con le correzioni e non ha pubblicato il lavoro cos’ come gli è arrivato, solo per precisare.

      Sarà certamente come dici tu, ma certi errori, purtroppo, sono rimasti.

      Per il resto potri citare decine e decine di esempi di infodump e altro di libri di successo ma risulterebbe un elenco noioso.

      Non conoscendo i libri a cui ti riferisci, posso solo dire che:
      a) soltanto perché il tal autore di successo usa gli infodump non significa che siano corretti;
      b) da quando libro di successo = libro di qualità?

      Inoltre quando un libro mi prende, sinceramente chissenefrega se manca un punto, una virgola è al posto sbagliato ecc ecc lo leggo comunque volentieri.
      Io continuerò a ripetere al recensore che valutare un libro per i punti, le virgole, gusti personali e punti di vista non è un modo corretto di fare recensioni.

      Hai ragione, ma le due stelle non sono certo dovute a una manciata di virgole al posto sbagliato e un paio di refusi: sono cose che si aggiungono ad altri difetti, che ho ritenuto comunque opportuno segnalare. Per esempio, le tre virgole tra soggetto e verbo non le ho messe perché mi andava, ma perché ritengo che siano in posizioni talmente assurde da non farmi pensare a una svista ma a una carenza linguistica da parte di chi scrive, e soprattutto perché, ripeto, un buon editor le avrebbe eliminate.
      Tu dici giustamente che se un libro è coinvolgente non si sta tanto a sindacare se c’è un qualche refuso ogni tanto, ma quando in un libro si aggiungono difetti su difetti risulta difficile non chiudere un occhio su certi difetti che magari, se il libro fosse stato scritto meglio, sarebbero passati inosservati.

      gusti personali e punti di vista

      Mi spiace, io cerco di essere il più possibile obbiettiva, per esempio segnalando quelle che sono regole della narrativa, e non gusti personali di una lettrice sedicenne. Ovviamente, però, un libro può essere anche il migliore mai scritto, ma se al lettore non piace non c’è molto da fare. Nella fattispecie, a me i libri che presentano numerosi difetti di punto di vista, raccontato-e-non-mostrato, trame arzigogolate e vari errori di stile non piacciono. Ma le due stelline non le ho messe perché mi girava così: infatti, ho cercato di motivare il mio parere riportando citazioni dal testo e mostrandole a chi legge.

      Dovresti fare una scelta, fare l’editor o fare il recensore, sono due cose distinte, valuta la storia e non se manca un punto o una d eufonica è sbagliato.

      Ripeto: ti sembra che abbia considerato solo le virgole fuori posto nello scrivere la recensione? A me pare di aver dato peso soprattutto alla storia e allo stile, che per me sono due variabili fondamentali nella riuscita di un libro.

      Per curiosità mentre leggevo “la spada di shannara” ho evidenziato i vari errori, best seller internazionale con signori editor alle spalle, potreste stupirvi da cosa ho trovato e a me il libro è piaciuto tantissimo lo stesso quindi direi di decidere cosa si vuole fare da grandi.

      Con i testi tradotti la questione è un po’ diversa: lì molti degli errori che si trovano sono colpa del traduttore, non di chi ha scritto il libro. In ogni caso, quando si scrive una recensione bisogna giudicare il libro in quanto oggetto: se si tratta di un bestseller internazionale con signori editor alle spalle e compagnia bella, su un paio di sviste si può transigere, ma se il traduttore continua a commettere sbagli su sbagli (ed è successo – per esempio, in Fire di Kristin Cashore, il “pò” che ho trovato mi ha rovinato definitivamente la lettura) si può pensare di parlarne nella recensione.
      Non a caso, qui su Pensieri d’inchiostro ho deciso di recensire (per ora, poi in futuro si vedrà) solo libri italiani: leggendo una traduzione non sarei in grado di dire se, per esempio, Ken Follett scrive bene o male. E comunque in un libro non conta soltanto la storia.

      quindi direi di decidere cosa si vuole fare da grandi.

      Questo mi fa dubitare che tu sappia quali siano i compiti di un editor, perché secondo me, invece, il mestiere del recensore e quello dell’editor hanno molto in comune: un editor deve agire attivamente su un testo, rendendo le frasi più scorrevoli (a eliminare refusi e sviste ci pensa in primis il correttore di bozze, non l’editor), trovando e otturando i buchi della trama, tagliando ciò che è superfluo, dando l’ultima pennellata alla caratterizzazione dei personaggi…; il recensore deve limitarsi a segnalare queste mancanze, dal momento che non è compito suo sistemare un testo. Ma io credo che i due mestieri possano coesistere senza problemi: quando mi chiedono di leggere un testo inedito in cui c’è molto da sistemare, ovviamente sono molto puntigliosa nel segnalare virgole mancanti & co; quando devo recensire per il blog, leggo un libro con l’ottica dell’editor, ma non con l’intento di dover sistemare il testo che sto leggendo, bensì soltanto di segnalare quel che maggiormente non va. Nel primo caso, la teoria diventa pratica; nel secondo, la teoria rimane teoria.
      Io la vedo così, almeno: da grande vorrei fare l’editor, e come allenamento cerco di affinare la mia teoria e di metterla in pratica seriamente con i testi che mi chiedono di “editare”, oppure di perfezionare la teoria scrivendo recensioni, che fino a prova contraria è un semplice hobby affiancato alla scrittura vera e propria.
      Spero di essermi spiegata 🙂

      Rispetto comunque il giudizio personale sul libro, pazienza, vuol dire che i ragazzi e le persone a cui è piaciuto non la vedono come te.

      Ripeto che il giudizio è personale fino a un certo punto: gran parte dei difetti che ho segnalato sono errori veri, non derivanti dal mio parere soggettivo.
      Comunque, ho forse detto che questa recensione esprime concetti assoluti e che quindi chi è d’accordo con me sta dalla parte del giusto e chi invece non è d’accordo è un idiota? Ovviamente no: il fatto che a me non abbia trasmesso niente non significa che ad altri non possa piacere. Ma questo io l’ho già scritto nella recensione.

    • ma io mi chiedo,,,,quando mandate i libri a marta date tutti per scontato, voi scrittori, che ne faccia recensioni belle o comunque sanza infamia e sanza lodo, dicendo “si vabbè carino, può migliorare…” con una mezza accozzaglia di frasi generiche e senza senso???? Lei fa innanzitutto dedica molto del suo tempo a leggere i vostri romanzi e a comporre recensioni puntuali e accurate, dice secondo lei dove sbagliate, dove siete migliorabili, quali sono i vostri punti di forza. che volete di più?? preferireste una bimbaminkia qualunque che vi da 1 stella e commenta con un solo secco “Bella m****a!”; lei recensisce secondo i suoi criteri, facilmente comprensibili andando a leggere un po’ delle sue recensioni, sapete cosa potrà appuntarvi (perchè si suppone che almeno voi conosciate il vostro “prodotto”), e allora perchè vi scaldate tanto voi neoscrittori quando fa una recensione dove vengono riportate quelle che vengono considerate da chi scrive delle mancanze? mha………..

  6. Dunque non rispondo a Marta perché, primo è casa sua e non mi va di stare a far polemica secondo gli manderò una mail privata con tutte le incoerenze e contraddizioni tra una recensione e l’altra, appena ho tempo.
    Rispondo invece a Lavoisier, con un nome del genere dovresti sapere che nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma, quindi anche nella scrittura non ci inventiamo niente, qualsiasi cosa scriviamo stai certo che è già stata scritta. Parlare di cliché nel fantasy sinceramente mi fa sorridere tutti i libri sono dei cliché ci sono quei 4-5 elementi che girano, l’importante è come è raccontata la storia, lo stesso Stephen King nell’introduzione del primo libro della torre nera dice “è più importante la storia o la forma?” la risposta che si da è la seconda. Io ho messaggio in privato con Marta spiegandole (prima che recensisse il mio libro) che non mi piacevano le sue recensioni e anche il perché.
    Personalmente quando mi dicono che un libro o un film sono brutti è la volta che li vado a vedere o li leggo e di solito mi piacciono, guarda un po’.
    Purtroppo siamo tutti legati a troppe opinioni e gusti personali, in effetti una recensione che né parli bene o né parli male serve solo a far girare il nome del libro in internet niente di più il resto è solo gusto personale.
    Se vuoi fare un giro sul mio gruppo in internet dove cerco di aiutare gli scrittori emergenti “scrittori in vetrina” puoi trovare un documento che elenca opere, divenute poi le basi della letteratura italiana, rifiutate decine e decine di volte da editor e recensori…. serve dire altro? non credo
    visto che sono sicuro non farai nemmeno la fatica di andare a vederlo te ne copio un piccolo estratto

    tra parentesi il numero dei rifiuti
    “La fattoria degli animali” di Orwell fu rifiutato da un editore americano perché, a loro dire, “agli americani non interessa leggere di storie di animali”
    Guerra e pace, Tolstoi (5)
    Zia Mame, Patrick Dennis (15)
    Carrie, Stephen King (30)
    Brodo caldo per l’anima, Jack Canfeld and Mark Victor Hansen (140)
    Il diario di Anna Frank (16)
    Gente di Dublino, James Joyce (22)
    Dune, Frank Herbert (23)
    Via col vento, Margaret Mitchell (38) -> sacrilegio!
    Harry Potter e la pietra filosofale, J. K. Rowling (9)
    Il gabbiano Jonathan Livingston, Richard Bach (18)
    La collina dei conigli, Richard Adams (26)
    Lo zen e l’arte della motocicletta, Robert Pirsig (104!)

    Buona lettura a tutti

    • Ho capito cosa vuoi dire e sono daccordo nel dire che il fantasy bene o male è tutto uno stereotipo tolkeniano o simile, sempre gli stessi temi: la ricerca, la missione, il gruppo di eroi, il regno, i ribelli, gli elfi che sono un tuttuno con la natura; si rischia davvvero di trovare più fantasia in un World of Warcraft (giochino online fantasy) che in un fantay qualunque; il problema però resta che, al di là di tutto, sapevi che marta recensice così (le virgole, gli errori, il pov, l’inforigurgito) e allora perchè sembra che tu sia rimasto piccato da critiche che dovevi aspettarti? serviva solo a “far girare il nome del libro in internet” cit ?

      parlare di “storia” e di “forma” come fa il buon SK secondo me è troppo tecnico e riduttivo sarebbe come parlare di un quadro parlando solo di materiali e collocazione storica, io penso più che altro che un buon libro sia quello che trasmette sensazioni e che ti lascia dentro qualcosa, non importa quanto consciamente palpabile; lo stile e la storia li lasciamo da commentare ai recensori, perchè non esistono storie belle o storie non belle, esistono solo storie che piacciono o non piacciono, se no esisterebbe un’unica grande letteratura comunemente apprezzata…..

      Comunque scrivere un libro significa sottoporsi alle opinioni del prossimo che esso sia competente o incompetente; in ogni caso le critiche sono sempre più utili degli apprezzamenti, di certo non fanno piacere, ma permettono alla persona matura di evolversi nella vita e nel lavoro…….Se poi ritieni che le critiche siano infondate, va bene, però la giustificazione “questo secondo me non è un problema” (riguardo pov, virgole, infodump) non è una vera giustificazione, ma un’affermazione; alla fine si riduce tutto a una divergenza di opinioni e discutere diventa un dialogo tra sordi.

    • Invece ti pregherei di rispondermi qui, magari punto per punto come ho fatto io. Non si tratta di fare polemica, ma di dimostrare che almeno hai compreso quel che ho scritto: non vorrei che a qualcuno venisse il dubbio che non vuoi rispondere perché non hai argomentazioni valide per farlo, che di sicuro tu possiedi. Permetti, quindi, chi ti risponda anch’io:

      Parlare di cliché nel fantasy sinceramente mi fa sorridere tutti i libri sono dei cliché ci sono quei 4-5 elementi che girano

      Anche a me fa sorridere un’affermazione del genere: dire che nei fantasy girano sempre gli stessi stereotipi non autorizza a continuare ad utilizzarli. Come al solito, tutto sta nella bravura di chi scrive.
      Il genere fantasy ha dei capisaldi senza i quali non si parla più di fantasy (come lo scontro tra luce e tenebra, la quest da portare a termine, il mondo alternativo, la lotta tra l’eroe e l’antagonista…), ma tra un semplice elemento comune e uno stereotipo c’è una grossa differenza: quest’ultimo è utilizzato dagli scrittori pigri che non hanno voglia di spremersi le meningi e tirare fuori un briciolo di fantasia, ed è così che nascono le storie del contadino sfigato che si scopre il prescelto destinato a salvare il mondo, che deve recuperare l’antico manufatto predestinato dalla misteriosa profezia e che dovrà sconfiggere il megasuperkattivo. Questo non è fantasy, ma spazzatura: non se ne può più di storie del genere. Lo scrittore bravo, invece, deve essere in grado di prendere quello che a prima vista sembra uno stereotipo del fantasy e renderlo per quanto possibile originale.
      Mi viene in mente, per esempio, un romanzo che ho letto di recente, ovvero “Le magie di Omnia” di Fabio Cicolani: qui i prescelti, la lotta bene/male, il superkattivo, ecc… ci sono tutti, ma l’autore è stato in grado di rendere il tutto originale. Come? Semplicemente, si è domandato questo: e se il superkattivo – Lycaon, in questo caso – venisse in possesso del libro in cui viene narrata la sua storia, ovvero lo stesso “Le magie di Omnia”, sarebbe sconfitto lo stesso o imparerebbe dai suoi errori? Da questo sorge uno sviluppo di intrecci che ho trovato estremamente interessante e originale.
      Adesso sto divagando, ma vedi, caro Elvio? Anche da idee inflazionate può nascere una storia innovativa, e non ci si può fermare al “ma tanto tutto è già stato scritto” per riuscirci.

      lo stesso Stephen King nell’introduzione del primo libro della torre nera dice “è più importante la storia o la forma?” la risposta che si da è la seconda.

      Ma King non diceva che è più importante la storia? O.o
      In ogni caso, questo può essere vero per il grande pubblico da n<12 libri l'anno, a cui bene o male frega soltanto di leggere una storia piacevole e non uno stile impeccabile. Ma ci sono anche lettori che pensano che anche lo stile sia importante nella riuscita di un libro. In fin dei conti, perché puntare solo sulla riuscita della storia, quando si possono avere sia la storia che la sostanza?

      Personalmente quando mi dicono che un libro o un film sono brutti è la volta che li vado a vedere o li leggo e di solito mi piacciono, guarda un po’.

      Secondo me la cosa non si ferma qui.
      Qualche tempo fa andai a vedere un film: “L’ultimo dominatore dell’aria”, che mi piacque molto. Il giorno dopo andai a vedere se altri su internet l’avevano apprezzato quanto me, e rimasi sconcertata dal fatto che quasi tutti lo stroncassero senza pietà, senza tuttavia darmi dei motivi validi per farlo. Dopo un po’ il nodo è venuto al pettine: io ero andata a vedere il film non sapendo che era stato tratto da una serie TV a cartoni. Come scoprii successivamente, ciò che più si criticava del film era la totale incapacità di trasmettere l’atmosfera del cartone animato, perciò è chiaro che non avendo mai visto il cartone non avevo motivi per paragonarlo al film
      Con questo voglio dire: anche a me è capitato di trovare bello un film che è stato un fiasco e viceversa, ma l’importante è sapere il PERCHE’ della valutazione. Se per esempio mi dicono che il film taldeitali è brutto perché gli attori non sanno recitare, allora ho ragione di credere che non piacerà nemmeno a me; se invece mi dicono che è brutto perché gli attori non sono il/la figo/a del momento, le cose cambiano, perché onestamente non me ne potrebbe importare di meno della bellezza di un certo attore.

      • Ho sbagliato a scrivere su king diceva la sostanza non la forma, lapsus.
        Vedi cara Marta, nonostante sia completamente in disaccordo col tuo modo di fare recensioni e sinceramente ci prendiamo davvero poco, apprezzavo la tua preparazione.
        Quando avrò tempo e voglia mi stamperò tutte le tue recensioni e, se ti fa piacere, ti elencherò incongruenze e contraddizioni. Per quanto riguarda il mio libro, ho cercato di essere originale, non ho messo nessuna popolazione trita e ritrita, ne ho inventate con le loro peculiarità, ho cercato di fondere il mondo fantasy con quello dei supereroi, ho fatto anche riferimenti al mondo dei cartoni giapponesi (che probabilmente non hai colto, il tutto in un contesto fantasy abbastanza classico. Esiste la quest, (che palle questi termini inglesi) esiste lo scontro tra luce e tenebra, la lotta è tra più eroi e l’antagonista ma con prevalenza di un singolo anche se supportato dagli altri. Probabilmente non hai notato molte cose e questo perché la storia non ti è piaciuta, va bene non ci sono problemi, nel mucchio ci sta anche questo.
        Ma dopo un po queste discussioni trite e ritrite che ricascano sempre nelle stesse cose rompono e annoiano. La conclusione, nei film, nei libri, a teatro, nell’arte e dove cavolo vuoi è sempre la stessa, è solo questione di gusti personali, cosa che tu (a mio parere) sfoggi troppo prepotentemente lasciando l’oggettività latente.
        Comunque Marta lascerò il tuo gruppo perché ho trovato persone davvero poco interessanti, persone che senza conoscerti ti offendono sul personale e quando non hanno più argomenti ti dicono che non ci sono le basi per discutere nascondendo la loro pochezza dandoti anche del cretino.
        Faccio a meno di persone e di gruppi così tanto a me non cambia molto, le bollette e le tasse devo pagarle lo stesso, mangiare mangio, dormire dormo come un bambino, sinceramente non sono arrivato a 47 anni per sentirmi dire certe cose da chi ha ancora il latte alla bocca (non parlo di te) Io mi prodigo per cercare di fare qualche fatto mentre tutti parlano e basta, bla bla bla. Il libro sinceramente è l’ultimo dei miei problemi, se qualcuno di voi ha visto Will Hunting, bellissimo film con Matt Damon e Robin Williams si ascolti il discorso sulla panchina del parco, potrebbe fargli bene.
        Senza rancore, se hai bisogno sai dove trovarmi
        buona serata

      • Arrivederci Elvio, di persone che fomentano la pubblicazione a pagamento ne facciamo volentieri a meno (almeno per quanto riguarda me!) 😉

  7. Vedi, prima di tutto vorrei capire chi ha detto o scritto che gli infodump sono un errore, quando ho scritto questo libro cercando di non copiare nessuno, non mettendo elfi, nani, orchi ecc, ho voluto inventare anche unità di misura e tempo, durante la storia una sola volta per ogni unità introdotta mi è sembrato giusto spiegare al ragazzo che legge a cosa mi riferissi dandogli un termine di paragone con le reali misure in modo che non si sentisse spiazzato e capisse almeno a che distanze e tempi mi riferissi, questo lo trovi un errore? Io no, ripeto punti di vista.
    Invece non ho notato nulla nella recensione che portasse in risalto (come invece ha fatto il sito di warlandia nella sua) il mio tentativo (magari goffo e malriuscito, può darsi) di fondere il mondo fantasy con quello dei supereroi e dei cartoni animati giapponesi. Di questo non si fa cenno, come non si fa cenno di poteri non evocati da incantesimi come in un fantasy classico ma permanenti e in continua evoluzione come tante altre cose e mi sento anche dire, e qua cito Marta

    Ma partiamo dal principio: di che parla I guerrieri d’argento?
    Sarò sincera: non lo so. A questo punto, avete il pieno diritto di darmi della cretina: “Ma come, l’ha letto e non sa di che parla?”.

    Sinceramente l’hanno comprato e letto parecchi compagni di classe di mio nipote (11 anni) e altri ragazzi nelle varie manifestazioni che faccio, a tutti è piaciuto molto e hanno capito la storia e anche quello che ho cercato di cambiare rispetto a un fantasy classico.
    Non lo capisce una ragazza colta e preparata di 16 anni?
    Sinceramente sono basito cmq accetto tutto, ripeto… gusti, punti di vista, stereotipi, le famose 10 tavole incise col sangue delle regole del fantasy… boh chi più ne ha più ne metta.
    Al di là di qualche errore grammaticale che onestamente ho trovato ovunque, anche nei libri mondadori e compagnia bella, al di là delle idee prettamente personali tipo non mi piacciono gli infodump, non mi piacciono le parolacce nei libri ecc ecc
    Al di là delle virgole che possono essere anche errori di battitura, refusi, certo sfuggiti a me e all’editor nonostante le continue riletture ma che non sono certo un’indicatore assoluto della carenza di conoscenza della lingua, è sempre e solo una questione di gusto.
    Se un libro ti piace passi sopra a eventuali errori se la storia fa schifo li noti di più, tutto qua a Marta non è piaciuta la mia storia? Benissimo ce ne saranno sicuramente altri a cui non piacerà mentre ad altri piacerà… de gustibus…

    • A me piace il modo di recensire di Marta e concordo sul metodo usato: le tecniche narrative devono essere analizzate sempre, quando si fa una recensione letteraria.

      Però concordo sul fatto che, quando riscontra troppi difetti, non cita quasi mai i pregi dell’opera, nemmeno quelli evidenti. In poche parole, non riesce a bilanciare il discorso.

      • Però concordo sul fatto che, quando riscontra troppi difetti, non cita quasi mai i pregi dell’opera, nemmeno quelli evidenti. In poche parole, non riesce a bilanciare il discorso.

        Questo perché a volte i difetti sono, appunto, talmente tanti, che anche i pregi più evidenti passano per me in secondo piano.
        Mi spiace che accada questo, ma cercherò di tenerne conto in futuro 🙂

        PS: non so se si è capito, ma in qualche recensione ho cercato di trasformare un elemento a mio parere “neutro” in un pregio pur di non citare troppi aspetti negativi…

      • Se già la scrittura fa piangere e gli errori grammaticali e i refusi sono in grado di far venire le emorroidi visive anche ai ciechi, allora perchè scervellarsi tanto per trovare aspetti positivi se non ce ne stanno? Qui un aspetto positivo, basandosi sulla recensione, forse c’è: la copertina.

    • Tecnicamente non è un errore, ma sono convinta che si possa comunque dire meglio.
      Fare paragoni tra un mondo inventato e quello reale da parte del narratore: questo sì che potrebbe essere un errore. Come fa il narratore (un’entità fittizia che deve limitarsi a riferire la sua storia senza permettersi considerazioni personali) a saperlo?
      Così si scrivono le storie per bambini, che non stanno tanto a farsi domande. Ma nel momento in cui si decide di pubblicare, il pubblico non sarà più solo il proprio figlio o la propria figlia ma l’intera categoria di lettori, che comprende persone di età, conoscenze ed esperienze differenti. Se tu volevi facilitare le cose a tua figlia, spiegandole che una lunghezza equivale a trenta metri, mentre le raccontavi la tua storia, a me va più che bene. Tu però hai deciso di pubblicare quella storia, che non è più il semplice raccontino della buonanotte che si legge ai bambini per farli addormentare: ora è un libro vero e proprio, e come tale va curato maggiormente nella forma e nella sostanza.
      Ah, sia chiaro che non ho nulla contro il genere “raccontino della buonanotte”: semplicemente, a ciascuno la sua storia. Sebbene io vada ancora matta per le fiabe, infatti, adesso che ho un po’ passato l’età mi stupisco di quanta ingenuità ci sia alla base di alcune di esse. Però restano sempre fiabe per bambini, e questo non è e non deve essere un limite.

      In ogni caso, anche a me sembra strano (anche se ormai penso sia chiaro che non sono del tutto normale…). A mia discolpa posso dire che tendo ad apprezzare maggiormente stili diciamo più “raffinati” di quello di cui un undicenne si può accontentare senza problemi, perciò probabilmente il fatto che il libro non mi sia piaciuto ha fatto finire gli eventuali aspetti positivi in secondo piano. Di questo ovviamente mi dispiace, ma in fondo credo che ogni lettore legga ogni libro a modo suo.

  8. Rispondo allo scrittore che rivoluzionerà il genere Fentàsi (o lo ha già rivoluzionato?): qui intanto bufale non se ne dicono e se ti informo che la tua “bella” casa editrice ha accettato quel manoscritto assurdo, mandando poi una proposta di pubblicazione, allora mi devi credere, poichè sono in stretto contatto con la proprietaria del Writer’s Dream, la quale ha dato prova del fatto, quindi intanto informati tu, amico mio, è nero su bianco;)
    Ergo, la Senso Inverso è una EAP, in quanto, come hai affermato correttamente tu, ha l’obbligo di acquisto copie, quindi non hai fatto altro che dar man forte alla mia tesi.
    Comunque, visto che mi scoccia parlare senza documentazione, eccoti il link del forum del Writer’s dove se ne parla:
    http://www.writersmagazine.it/forum/viewtopic.php?t=7566&sid=64f1f910496faedc346a8c1de121377b
    Puoi quindi facilmente informarti dalla pagina appena linkata, almeno così te ne rendi conto da solo…

    Per quanto riguarda la recensione, beh, intanto uno scrittore che interviene in una di esse (paragonandosi anche a grandi autori di successo), soltanto perchè negativa, fa sempre una brutta e immatura figura, dando prova del fatto di non accettare le critiche.
    Il solo fatto che tu voglia mandare una mail a Marta con le sue presunte contraddizioni, mi fa intuire che una certa “saccenza” di fondo c’è.
    Quindi non vantarti della recensione di Warlandia, che tutto fa tranne che buone recensioni, e non spiattellarci addoso anche la tua presunta filantropia nei confronti di autori della tua vetrina, che ho visto piena di Trash di tutti i tipi. Saluti.

    • Beh eviterei il sarcasmo lo trovo davvero infantile, la frase di marketing non l’ho voluta io e ne avrei fatto a meno ma ormai c’è pazienza.
      Per quanto riguarda la Sensoinverso mi sento di dire che, per la mia esperienza personale, si sono dimostrati corretti, seri e disponibili a trovare un accordo su diverse questioni. Sono tra i pochi che partecipano a fiere di settore e cito fiera della piccola e media editoria di Modena e idem di Brescia. Mi hanno riletto e corretto due volte il libro rimandandomelo per l’approvazione. Certo magari visto i pochi fondi delle case editrici non avranno l’editor di Umberto Eco e qualche svista ci sarà sicuramente, chiedo perdono. Ho letto il forum e ammetto che per come si sono comportati con me non l’avrei mai detto, anche perché li ho conosciuti personalmente e mi sono sembrati due ragazzi corretti.
      Comunque ammetto l’ignoranza riguardo questo fatto.
      Non credo di essermi mai paragonato a grandi scrittori e me ne guardo bene io ho scritto un romanzetto leggero per ragazzi, niente di più mi ritengo una persona piuttosto umile, al limite ho citato qualche passaggio ma solo come esempio.
      Per quanto riguarda le EAP, ma di cosa parli? ma lo sai che le case editrici blasonate prendono milioni di euro di sovvenzioni (che paghiamo noi) ma lo sai le procherie che fanno? e mi vieni a criticare una piccola casa editrice che cerca di sopravvivere in questo mercato morto chiedendoti l’acquisto di un minimo di copie che puoi rivendere e recuperare quindi la spesa.
      Bravo compra un libro di Mondadori cosi lo paghi quando gli danno le sovvenzioni, lo paghi quando lo compri e poi, a volte, è anche una schifezza, contento te.

      Ma adesso viene il bello perché adesso mi girano i maroni, non sopporto le persone come te che sparano sentenze a caso senza conoscere una persona le trovo infitamente piccole.
      Sul mio gruppo cerco di dare una mano agli esordienti (non sta a me giudicare se buoni o pessimi) contatto le organizzazioni, organizzo stand multipli agli eventi in modo che gli autori possano farsi conoscere. Anticipo di tasca mia i costi per gli stand (che poi ovviamente mi vengono restituiti dagli autori divisi per il numero) ci perdo del gran tempo senza chiedere niente a nessuno, insomma in breve faccio quello che posso per dare una mano, filantropia o meno. Tu che cosa cavolo fai per il prossimo a parte sputare sentenze? Ti è mai capitato di aiutare qualcuno disinteressatamente o se uno affoga gli spingi la testa sotto l’acqua? Guarda non ti conosco e sinceramente ne faccio a meno, fammi un favore, visto che io non caccio nessuno, esci dal grupppo e vai a sputare veleno da un altra parte, di persone come te faccio volentieri a meno.
      Buona fortuna

      • “Sul mio gruppo cerco di dare una mano agli esordienti (non sta a me giudicare se buoni o pessimi) contatto le organizzazioni, organizzo stand multipli agli eventi in modo che gli autori possano farsi conoscere. Anticipo di tasca mia i costi per gli stand (che poi ovviamente mi vengono restituiti dagli autori divisi per il numero) ci perdo del gran tempo senza chiedere niente a nessuno, insomma in breve faccio quello che posso per dare una mano, filantropia o meno.”

        Confermo per esperienza diretta.

  9. Dimenticavo, il fatto di voler scrivere a Marta in privato non è una forma di saccenza, qua è casa sua e anche se ha 16 anni non la tratto come un adolescente ma come mia pari che ne ho 30 in più. Questo per spiegarti che la ritengo una forma di educazione e cortesia (ma forse a te queste parole sono sconosciute) verso una persona della quale apprezzo la preparazione ma non ne condivido l’uso. Già che ci siamo vorrei anche dire a tutti i frequentatori del blog che Marta non è la detentrice del verbo assoluto ed è soggetta a critiche esattamente come gli scrittori che recensisce, mi sembra corretto…

  10. “Beh eviterei il sarcasmo lo trovo davvero infantile, la frase di marketing non l’ho voluta io e ne avrei fatto a meno ma ormai c’è pazienza.”

    Beh non ci voleva nulla a farla togliere dal grafico, eh;) Ma in effetti ormai che c’è pazienza…

    “Per quanto riguarda la Sensoinverso mi sento di dire che, per la mia esperienza personale, si sono dimostrati corretti, seri e disponibili a trovare un accordo su diverse questioni. Sono tra i pochi che partecipano a fiere di settore e cito fiera della piccola e media editoria di Modena e idem di Brescia. Mi hanno riletto e corretto due volte il libro rimandandomelo per l’approvazione. Certo magari visto i pochi fondi delle case editrici non avranno l’editor di Umberto Eco e qualche svista ci sarà sicuramente, chiedo perdono.”

    Sì, ma rimane sempre una EAP, indifendibile. Anche Albatros partecipa a fiere ed altro, tuttavia pubblica l’impubblicabile (non è una smargiassata, ormai la cosa è purtroppo ben nota).

    “Ho letto il forum e ammetto che per come si sono comportati con me non l’avrei mai detto, anche perché li ho conosciuti personalmente e mi sono sembrati due ragazzi corretti.
    Comunque ammetto l’ignoranza riguardo questo fatto.”

    Allora, prima di dire che le mie sono bufale e che mi devo informare, inrformati te per primo;)

    “Per quanto riguarda le EAP, ma di cosa parli? ma lo sai che le case editrici blasonate prendono milioni di euro di sovvenzioni (che paghiamo noi) ma lo sai le procherie che fanno? e mi vieni a criticare una piccola casa editrice che cerca di sopravvivere in questo mercato morto chiedendoti l’acquisto di un minimo di copie che puoi rivendere e recuperare quindi la spesa.
    Bravo compra un libro di Mondadori cosi lo paghi quando gli danno le sovvenzioni, lo paghi quando lo compri e poi, a volte, è anche una schifezza, contento te.”

    Discorso assolutamente pleonastico. Fai la morale ad editori che, anche se prettamente commerciali, almeno la distribuzione l’hanno, non chiedono contributi e che pur pubblicando spesso robetta, qualche merito, specialmente in passato, l’hanno avuto.

    “Sul mio gruppo cerco di dare una mano agli esordienti (non sta a me giudicare se buoni o pessimi) contatto le organizzazioni, organizzo stand multipli agli eventi in modo che gli autori possano farsi conoscere. Anticipo di tasca mia i costi per gli stand (che poi ovviamente mi vengono restituiti dagli autori divisi per il numero) ci perdo del gran tempo senza chiedere niente a nessuno, insomma in breve faccio quello che posso per dare una mano, filantropia o meno. Tu che cosa cavolo fai per il prossimo a parte sputare sentenze? Ti è mai capitato di aiutare qualcuno disinteressatamente o se uno affoga gli spingi la testa sotto l’acqua? Guarda non ti conosco e sinceramente ne faccio a meno, fammi un favore, visto che io non caccio nessuno, esci dal grupppo e vai a sputare veleno da un altra parte, di persone come te faccio volentieri a meno.”

    Ma se ti ritieni persona umile, come mai pensi che solo tu fai del bene e gli altri invece sono tutti qui solo per sputare solo sentenze?
    La persona umile accetta le critiche dei propri recensori e si documenta prima ancora di dire che gli altri non si ducumentano. Occhio perchè qui non sei tra gente inesperta del settore;)

    • Certo se scusi tutto così, “almeno la distribuzione l’hanno” va bene contento te… visto che sei cosi esperto del settore dovresti anche sapere che Mondadori pubblica alcuni autori esordienti che non finiscono nemmeno sugli scaffali (se non in pochissime copie) e che dopo un po’ vengono mandati al macero, solo per prendere contributi statali perché lo devono fare per legge. In passato non discuto, io vivo adesso e ne ho sentite di tutti i colori, le porcherie che fanno le grosse case editrici, CON I NOSTRI SOLDI, sono vergognose quindi non facciamo troppo gli snob.
      Non sono certamente solo io ad aiutare il prossimo dai tuoi post un altro non sei di sicuro tu e ho risposto così solo perché mi hai attaccato sul personale senza nemmeno conoscermi. Ma chi sei? Chi ti conosce? siamo parenti? Amici? non mi risulta, allora tieni le tue opinioni personali sul mio conto per te. Se vuoi parlare di libri, recensioni, case editrici o quel cavolo che ti passa per la testa va bene ma se vieni a esprimere giudizi sulla mia filantropia allora non va più bene, io so che persona sono e non devo certo giustificarmi con te. È chiaro il concetto, caro il mio esperto?
      Per quanto riguarda le bufale ho ammesso l’errore se vuoi solo a quel riguardo ti chiedo anche scusa per la mia ignoranza, per il resto stai a casa tua che io sto a casa mia grazie.
      Ma lo sai che a Mondadori e amici (perché cambiano i nomi ma ormai i gruppi editoriali sono 3-4) non frega niente di pubblicare esordienti, non gli rendono. preferiscono nomi già noti che gli riempono le tasche e infatti troviamo sempre i soliti in vetrina. E lo sai che per mettere il libro in vetrina paghi? A Milano, avere un libro in vetrina costa, alla settimana dai 2 ai 4000 euro dipende dalla libreria e dalla zona. E mi fai la morale su 100 copie di libro da acquistare? Si paga tutto nella vita, nessuno ti regala niente, e se non paghi direttamente paghi indirettamente, scendi dall’albero.

  11. per rossella:

    prima di tutto io stavo solo difendendo marta e in secondo luogo:
    ma con che diritto mi dici che non so scrivere in italiano?

    se non sei d’accordo attacca gli argomenti non attaccare la forma, attaccare la forma cosi “tanto per” dimostra prima di tutto che non hai argomenti e in secondo luogo che sei intollerante e questo non ti fa fare bella figura, molto di più che scrivere in italiano in maniera astrusa come faccio io.

    Tu mi scrivi “riscrivi in italiano” e io ti rispondo “cosa mi signifca il tuo commento? di che utilità è? è davvero un commento costruttivo o un flame scaturito da non si sa quale momentanea (?) frustrazione?

    Anche perchè se volessi, ma non lo faccio per motivi di comodità (ci metterei molto più tempo), potrei scrivere con proprietà e forma adeguate, ma un blog mi sembra uno spazio informale dove se ti perdi una virgola qui, se fai una ripetizione là, non vieni crocifisso, perchè presumi che la gente abbia sufficiente maturità per capire dove si trova, cioè non all’accademia della crusca, ma a in un blog dove vengono condivise IDEE e OPINIONI non necessariamente esercizi di bella scrittura (che potrà fare anche piacere ma non è indispensabile almeno per chi commenta); se il mio modo di scrivere: astruso pieno di subordinate, con le virgole a volte si a volte no e con tutti i difetti che ti fanno così ribrezzo, ti infastidisce NON LEGGERMI. (ti piace tutto questo maiuscolo eh??????????)

    Devi stare attenta quando scrivi più alcontenuto che non alla forma, perchè le parole sono pesanti e offendono la gente,

    adesso che mi hai scritto che “non so scrivere in italiano”
    ti senti forse più felice di prima?
    hai pensato “mo a questo gli ho fatto capire che scrive come un gibbone io che ho scritto un romanzo e quindi so come si scrive perchè questo mi offende nel modo in cui scrive osceno!” (ovviamente tutto questo è senza punteggiatura in quanto “striiiim ov counsciensnesssss”, sempre se sai cos’è……) ((((((((ti piacciono tutte queste parentesi e subordinate veroooooo????)))))))

    Pensala come vuoi, vorrà dire che la prossima volta che difenderò marta scrivero tutto in latino così forse potrai scrivere “riscrivilo in metrica così non mi viene il mal di testa”), io almeno non manco di rispetto a nessuno e non mi dimostro così intollerante.

    (ATTENZIONE parte leggibile solo tramite cervello e non tramite microsoft word)

    Se si caipicse bnee achne qaundo si srcvie csoì un mtoivo ci sraà, il crlleveo unamo va orlte qesute csoe cmoe frsoe saprai

    saluti e baci

    • Ahaha certo, la fretta e la voglia di rispondere a volte giocano brutti scherzi (ne so qualcosa:D) Però non andiamo OT ragazzi, almeno così Marta non è costretta a spostare interventi nel cassonetto:)

    • Marta è la prima a dire che non sopporta il linguaggio da sms, e sei un gran maleducato a usarlo in “casa sua”.
      Il tuo commento era illeggibile per la forma, non per la sostanza, e comunque non ho mai detto che tu non sappia scrivere in italiano (ma ora mi viene il dubbio che tu non sappia leggere, visto come hai risposto), né tantomeno ho mai accennato al fatto di aver scritto un romanzo.
      Poco permaloso, eh?

      • grazie per avere confermato le mie parole (ma non ce n’era bisogno)

        io non sono permaloso così a caso, sono sato offeso. e adesso rincari dicendo “ma non sai leggere?!”

        cioè tu offendi, io mi incazzo e poi tu dici “ma nooooo non hai capito sciocchino!!!!”

        lasciando perdere che nessuno può venirmi a dire cosa devo fare e come devoscrivere,

        se il linguaggio a marta non piace è libera di dirmelo lei (anche in privato), senza bisogno di questi mezzucci da amichetta del Quore “ma lui scrive maleeeeee! non può stare qui!!!”, visto che adesso proprendi per il “mirror climbing” per rimediare alla figuraccia che hai fatto, penso che la cosa migliore è (congiuntivo sbagliato apposta….perchè a te questi errori fanno un male FISICO!) che io smetto (e 2) di risponderti e a te (e 3), perchè in effetti la questione mi sembra tanto chiara da non avere bisogno di ulteriori chiarimenti.

        Io so quello che scrivo, so di essere nel giusto e a me questo basta

        di nuovo grazie chiara per avere confermato le mie parole attraverso cotanta ridicola tracotanza e finta superiorità.

        in futuro cerca di ricordare (e te lo dice un ragazzino di 21 anni, quindi MEDITA) anche per il tuo bene che le parole hanno un peso, perchè nella vita vera come sul web puoi trovarti davanti persone che potrebbero prendere molto più sul serio certe “sparate”.

      • Beh, meno male che ci siete voi, siamo davvero fortunati, adesso posso dormire tranquillo…

        Giusto per risparmiare la fatica di cercare alle persone che leggono e che non conoscono il termine ma che fa molto figo usare
        Clueless = all’oscuro di tutto, ignorante

  12. Non entro nel merito del romanzo, né della recensione.
    Non ho letto “i guerrieri d’argento” e sarei ingiusto nell’esprimere un parere. D’altra parte vale il discorso di sempre: il modo di recensire di Marta può anche essere discutibile, ma è il suo, e qui siamo, in fondo, a casa sua.
    Proprio ingiusto verso Elvio, invece, è sminuire o mettere in discussione il suo impegno e la sua disponibilità verso gli altri autori esordienti. Cosa che personalmente trovo solo molto ammirevole.

    • Certo, è ammirevole, ma quando lo si dice in un discorso che poco ne ha a che fare, permettimi, è solo fuori luogo. Gli esordienti hanno sì bisogno di farsi conoscere, ma non grazie ad interventi così che sono perlopiù rivolti a coloro che hanno appena recensito un’opera, la questione è totalmente OT.

      • Beh… visto che sai tutto tu fai qualcosa invece di sputare sentenze e basta, sai io non ho le basi.
        Ho provato anche col cateto e col perimetro ma niente, quindi se vuoi darmi una mano ti ringrazio…
        e per favore finiamola di fare i saputelli con queste sigle, siamo in Italia parliamo italiano, mamma mia che fastidio.
        Vi consiglio un bel libro, lezioni semiserie di italiano di Beppe Severgnini, parla giusto di voi.

  13. AVVISO per “tutti quelli che” (chi legge sa se mi sto riferendo a lui/lei): proprio perché, come qualcuno ha fatto notare, ci troviamo in casa mia, gradirei che la piantaste di insultarvi tra di voi. Non mi interessa chi ha cominciato o chi no. Semplicemente, se dovete confrontarvi, fatelo in toni civili e senza offendervi.

    • confido che questo metta fine a ogni ruggine, grazie marta, ho visto l’annuncio ora e spero che chi di dovere capisca.

      visto che sono una persona civile, differentemente da certa gente, non avrò nulla da temere.

      grazie

  14. Criticooo… invece tu continui a non rispondere alle mie domande. Dai, che mi stanno tutti a prendere in giro perché sono rimasto l’unico a credere che tu non sia un troll. Rispondi almeno a una delle mie domande sulle precedenti recensioni…

  15. Scusate, arrivo ora in questa discussione e so di aver perso il momento adatto, ma vorrei dire due cose.
    1) un consiglio all’autore. E’ bello aver inventato delle unità di misura “personali” ed è anche giusto cercare di dare un’idea di un corrispettivo terrestre. Un modo per farlo senza usare un narratore obtrusive ed evitare l’infodump è fornire il libro di una pratica appendice che racchiude tutte le unità di misura. Non solo non si interrompe la narrazione, ma permette di avere un riferimento per molte cose nella stessa pagina. Comodo per il lettore e per l’autore.
    2) Marta, la cosa che mi ha colpito di più della tua recensione è quando dici “per quanto mi sia sforzata, non sono riuscita a trovare un senso alla trama de I guerrieri d’argento.” Potresti per favore spiegare meglio cosa intendi? Perché virgole casuali e infodump sono difetti trascurabili rispetto ad una trama che non sta in piedi e vorrei capire se e quanto questo problema è grave.
    Grazie
    V

  16. “E’ bello aver inventato delle unità di misura “personali” ed è anche giusto cercare di dare un’idea di un corrispettivo terrestre. Un modo per farlo senza usare un narratore obtrusive ed evitare l’infodump è fornire il libro di una pratica appendice che racchiude tutte le unità di misura. Non solo non si interrompe la narrazione, ma permette di avere un riferimento per molte cose nella stessa pagina. Comodo per il lettore e per l’autore.”

    Ottimo consiglio.

      • Grazie ^^ Sono piena di buone idee 😛
        Ad esempio, nel mio di libro c’è pure un disclaimer all’inizio (prima del prologo, della mappa, di tutto) che ricorda al lettore che il mondo non è la Terra, quindi anche se per grazia ricevuta vengono direttamente tradotte le unità di misura (non trovi scritto “si trovava a 5 leghe” e a fine libro “1 lega sono 13.48 cm”, ma c’è scritto subito “si trovava a circa un metro”, perché se dobbiamo mantenere in tutto e per tutto la credibilità di un mondo diverso dal nostro, non dovremmo manco scriverli in italiano i libri 😛 ), non significa che nel mondo in cui ambiento la storia l’evoluzione tecnologica segua lo stesso percorso.
        Penso che troppe volte i lettori vogliano un mondo fantastico solo affinché sia uguale alla Terra…
        V

  17. Pingback: Forever alone ritorna « Werehare's Burrow

  18. Grazie per la risposta (ora ri-rispondo), comunque il pingback è automatico quindi non c’è la mia zampaccia dietro a questo commento, è il blog che ha iniziativa propria xD

  19. Marta, continua così. Non dar retta agli autori arrabbiati.

    Ci sono lettori ingenui che apprezzeranno la cacca a prescindere da quanti errori micro e macro affliggono l’opera. E la apprezzeranno perché hanno speso delle ore e sono riusciti a leggere un libro.

    Poi ci sono i lettori anche ingenui, ma fino a un certo punto. Sono quei lettori che a ‘sto libro hanno dato tre stelle su Anobii.

    E ovviamente, poi ci sono i lettori saputi, quelli che bocciano. Fra questi, alcuni particolarmente filantropi aprono il blog e stroncano. Lo fanno perché sono altruisti, così mettono sull’avviso altri potenziali vittime.

    Non so se ridere o piangere dopo aver letto i commenti dell’autore.

  20. Quindi è questa la famosa recensione di topolinamarta.
    Già il fatto che l’autore si autoelogi mi faceva pensare male. Poi, considerando che questa recensione offre motivazioni, mentre quelle positive no, pur non avendolo letto, mi sto facendo una mia idea.
    Posso anche sottolineare, per gli obiettori, che libri come “Cuore d’Inchiostro”, scritti davvero bene, molto curati, sono parimenti considerati libri per bambini? E vogliamo parlare dei libri che Gaiman ha scritto per i bambini? O dei libri di Alice?
    Questo libro si definisce per bambini e adulti, e mi da fastidio perché prosegue così due brutti stereotipi del fantasy:
    1) Che il target principale debba essere quello di giovani (bambini o ragazzi)
    2) Che si possa scusare tutto con la formula “scrittura per ragazzi/bambini”

    • Urcucan, quanto sono famosa! xD
      Per quel che mi riguarda, “Cuore d’inchiostro” è scritto persino TROPPO bene 😉 Ricordo che lo lessi qualche tempo fa (verso gli 11-12 anni), ma non lo trovai affatto semplice come invece mi erano sembrati, per esempio “La storia infinita” o “La fabbrica di cioccolato” – per dire altri due titoli inequivocabilmente per bambini, scritti in modo semplice ma non per questo poco curato.
      Questo, però, non mi ha impedito di innamorarmene: a mio parere, a maggior ragione un libro scritto per bambini/ragazzi NON deve essere per nulla al mondo tirato via!

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