Il meglio e il peggio del 2011

Secondo aNobii, durante il 2011 ho letto esattamente 159 libri. Secondo me, il numero è un po’ più alto (direi verso i 170), dal momento che aNobii non registra i libri privi di ISBN. In teoria potrei consultare il file di Excel in cui ho elencato tutte le letture dall’inizio dell’anno, ma trovo che il piacere della lettura perda sapore se ridotto a un semplice conteggio di pagine lette… quindi accontentatevi di questo: sì, anche quest’anno ho letto troppo.
Tra questi troppi libri ci sono stati quelli belli, quelli così così e quelli brutti, naturalmente. Oggi, perciò, spero di fare cosa gradita stilando una specie di classifica che raccoglierà i migliori e i peggiori, con relativo commento della sottoscritta. Cominciamo, dunque, con i 7 libri che mi sono piaciuti di più (non in ordine di preferenza, però, o sarebbe stata veramente dura decidere! 😦

The best of 2011 

1. Marina, Carlos Ruiz Zafòn
A parte Il principe della nebbia, Marina è senz’altro il libro che più mi è piaciuto tra quelli di Zafòn: ho adorato le sue atmosfere cupe e paurose e soprattutto la sensazione che da un momento all’altro le cose precipitino in modo assolutamente imprevedibile. La trama è appassionante e originale… in certi punti veramente da brivido! Il suo stile affascinante e misterioso, poi, completa il tutto, rendendolo trascinante come accade di rado.

2. L’eleganza del riccio, Muriel Barbery
Non scherzo quando dico che questo romanzo mi ha incantata: è stato impossibile non provare empatia nei confronti delle due protagoniste. Trovo che sia una lettura assolutamente non facile, tanto che in alcuni punti ricordo di aver dovuto rileggere più di una volta per non perdermi attraverso i pensieri di Renée e di Paloma. Quindi bello, bellissimo, e soprattutto profondo: è un libro che sa scavare nell’intimo, che permette di guardarsi davvero in faccia… e forse è per questo che molti lo considerano superficiale. Peccato, non sanno quel che si perdono!

3. Le rovine di Gorlan, John Flanagan
Sono stata irrimediabilmente catturata dalla copertina di questo libro, e una volta tanto il mio sesto senso ci ha preso. Sia chiaro: è un fantasy per bambini, e probabilmente è proprio perché è rivolto a un target così giovane che vi ho trovato parecchi difetti di stile (come infodump a manetta, errori di PoV e così via), ma nonostante tutto mi ha appassionato come non mi accadeva da tempo. Ho letteralmente adorato Will, che assomiglierà pure al classico orfano sfigato che si scopre prescelto, ma che ho trovato caratterizzato a puntino: non è il solito contadino piagnone che non sa fare niente, ma nemmeno l’ennesimo eroe che se la cava sempre e comunque. Qui abbiamo un ragazzino mingherlino, fragile, ma i suoi difetti non lo allontanano affatto dal suo sogno di diventare un cavaliere. Abbiamo un giovane obbiettivamente non tagliato per essere un eroe, ma che riesce a diventare tale non grazie al solito potere spuntato dal nulla scritto nella profezia, bensì solo grazie alla sua tenacia e alla voglia di migliorare. Sì, direi che in questo libro potrete trovare un protagonista davvero interessante, cosa assai rara di questi tempi.

4. Caos a Qasrabad, Eugenio Saguatti
Un fantasy di taglio classico, eppure così incredibilmente originale. Tanto per cominciare è riuscito a riconciliarmi almeno un po con il popolo degli Elfi, che per una volta non sono i soliti cliché insopportabili. Un giallo inserito in un mondo fantasy veramente ben fatto, ironico e divertente al punto giusto (mi ha fatto morire, per esempio, quando Wakancha si trovava in una stalla in compagnia dello sterco di maiale e pensava, se non ricordo male: La maestra mi perdonerà per la volgarità, ma… mi trovo in una situazione di merda! xD) scritto veramente bene e, ripeto, davvero molto originale.

5. Gens Arcana, Cecilia Randall
Bello, bello, bello. Avevo adorato Hyperversum, ma con quest’ultimo romanzo Cecilia Randall si è davvero superata. Un po’ lento e apparentemente noioso, lo ammetto, ma la trama è originale, i personaggi brillanti e carismatici, i colpi di scena inaspettati e spesso da brivido. Un’ulteriore nota di merito è che, una volta tanto, ci troviamo davanti un’autrice che prima di scrivere si è saputa documentare: questo è evidente per tutto il romanzo, cosa che me lo ha fatto apprezzare ancora di più.

6. Il nome del vento, Patrick Rothfuss
Anche questo fantasy è assolutamente imperdibile: nonostante la mole non da poco (oltre 700 pagine) me lo sono divorato in pochi giorni, tanto mi ha appassionato. È strabiliante come Patrick Rothfuss sia riuscito a caratterizzare in modo così minuzioso il suo mondo e soprattutto le sue creature. Se vogliamo, l’idea del ragazzo privato dei genitori che tra alterne fortune riesce a essere ammesso alla prestigiosa scuola di magia del regno non è il massimo dell’originalità, ma il punto forte di questo romanzo, secondo me, è il modo con cui questa storia apparentemente già vista e rivista è stata raccontata: lo stile è accurato e coinvolgente, la narrazione sa catapultare dentro al mondo di Kvothe in un batter d’occhio, e soprattutto la partecipazione emotiva è stata enorme. Quindi sì, lasciarsi sfuggire questa trilogia è un gran peccato, per come la vedo io.

7. Il vento della luna, Daniele Monte
Merita infine una menzione anche il libro che, tra quelli che mi sono stati inviati dagli esordienti nell’ambito del progetto, è sicuramente quello che più mi è piaciuto. Ne avevo già parlato qui, ma sono ben contenta di ripeterlo: Il vento della luna, a mio parere, non ha pressoché nulla da invidiare a romanzi thriller di importanza ben maggiore. Forse definirlo capolavoro è eccessivo, anche perché alcuni piccoli difetti probabilmente dovuti all’inesperienza si fanno sentire, ma trovo che Daniele Monte abbia talento da vendere e che, continuando così, sia perfettamente in grado di diventare un autore con i fiocchi, di quelli che non capitano certo tutti i giorni.

 *       *       *

Passiamo ora a quelli peggiori…

The worst of 2011

1. Golem, Marie Aude, Elvire e Lorris Murail
Non so se la colpa sia della traduzione o che altro, fatto sta che ho trovato questo libro assolutamente illeggibile: nonostante l’idea alla base fosse carina, lo stile estremamente infantile e farraginoso lo ha reso nient’altro che la trasposizione letteraria (venuta male, tra l’altro) di un videogioco (brutto). Quel che mi fa più arrabbiare, però, è che tutto questo vorrebbe essere giustificato dal fatto che è un libro per bambini: ebbene, non mi stancherò mai di ripetere che i bambini non sono scemi. Non basta buttare giù una storia carina con uno stile vomitevole per scrivere un buon libro. Primo, perché anche i ragazzini se ne accorgono; secondo, perché esistono moltissimi libri per bambini scritti meravigliosamente. Quindi, bocciato nel modo più assoluto; anzi: vorrei proprio non averlo letto.

2. Ewilan dei due mondi, Pierre Bottero
Forse, dato il target a cui è rivolto, sarebbe stato meglio per me leggere questo romanzo qualche anno fa. Il fatto che abbia deciso di leggerlo ben oltre l’età delle fiabe, però, non è stato un male, perché mi ha permesso di giudicarlo per quello che veramente è, ovvero una ciofeca di libro. E pensare che questa trilogia ha spopolato in Francia quando è uscito, soprattutto tra i giovani… Non riesco a credere che esistano farabutti capaci di propinare robaccia del genere a dei ragazzini che cercano, invece, buona letteratura. Per ricollegarmi a quanto ho scritto nella precedente recensione, sembra che l’autore, mentre lo scriveva, abbia fatto il seguente ragionamento: È per bambini, quindi posso ficcarci dentro tutti i peggiori errori che possa fare uno scrittore di fantasy, tanto non se ne accorgerà nessuno. E infatti troviamo una protagonista che più Mary Sue di così non si può (persino Eynis al confronto sembra una dilettante), dei personaggi insignificanti, una trama che definire già vista è un eufemismo (non c’è niente che non rimandi ad altre storie)… per non parlare delle sciocchezze grandi quanto case che vengono sparate. Genitori, fate leggere ai vostri bambini dei veri fantasy, non questi obbrobri!

3. La strega e il cavaliere, Laura Fiamenghi
Ennesimo fantasy ambientato in un mondo medievale in cui la documentazione è andata a farsi benedire. E non parlo di aspetti per i quali siano necessari anni di studio, ma di cose elementari: mi spiegate cosa ci fa il cioccolato nel Medioevo (considerato che l’autrice si prende pure la briga di specificare che nel posto dove si trovano non esiste il pomodoro perché l’America non è ancora stata scoperta)? La trama, come se non bastasse, è tutt’altro che originale, e i frequenti erroracci di stile (mancata concordanza tra soggetto e verbo, apostrofi e accenti scambiati a piacimento…) me lo hanno fatto ben presto detestare. Per fortuna che si trattava di un eBook gratuito.

4. La saga di Amon – L’evocatore, Paola Boni
Prima di leggere questo libro, nutrivo una seppur vaga speranza che le recensioni online (soprattutto quella di Zwei) fossero esagerate… ma dopo averlo letto ho dovuto constatare che non lo erano affatto. Avevo sentito parlare di oltre 1500 avverbi in -mente, e grazie a un contaparole ho verificato che questo numero era solo lievemente abbondante: ne ho contati, infatti, ben 1378, e i primati vanno a completamente (105), improvvisamente (84), finalmente (69) e incredibilmente (52). Stendiamo un velo pietoso sulla qualità dello stile, dunque: l’editing è inesistente, e Amon ne ha davvero un gran bisogno. Nemmeno riguardo alla trama questo libro si salva: l’intera storia sembra un videogioco-fumetto che vorrebbe ispirarsi al manga giapponese, ma che nel complesso risulta nient’altro che ridicolo. Spero solo che la prossima volta quelli della Casini ci pensino due volte, prima di pubblicare una porcheria del genere senza, ripeto, un minimo di editing e di pubblicizzarlo come se fosse il capolavoro del secolo.

5. Ethlinn – La dea nascosta, Egle Rizzo
Già la sviolinata sulla quarta di copertina mi aveva fatto partire prevenuta, ma dovermi sorbire 600 pagine di prosa noiosa, senza una virgola di mostrato, si è rivelato massacrante. Non so nemmeno cosa mi abbia spinto ad arrivare all’ultima pagina e soprattutto perché gli stia tuttora facendo pubblicità (negativa, ok, ma pur sempre pubblicità). Non leggetelo: risparmierete solo il vostro tempo, credetemi.

6. Le rune del tempo, Jamila Bertero
So già che qualcuno si sta domandando: “Ma sei masochista o cosa? Recensire questo libro ti è quasi costato una a denuncia e lo metti persino nella classifica dei peggiori dellanno??”. Ebbene sì, sono ancora qui a parlare delle famigerate Rune del tempo. Credo di averne già discusso a sufficienza, ma rileggendolo a tre mesi di distanza a volte mi stupisco di quanto io sia stata buona nel giudicarlo. Ribadisco che è fino ad ora forse il miglior manuale su come non bisogna scrivere fantasy che abbia mai letto, ma è anche un ottimo metodo per farsi due risate. Quindi ve lo consiglio, ma solo se godete di uno stomaco resistente: è decisamente uno di quei libri che danno ottimi risultati, se conservati nei pressi della tazza del water per ogni evenienza 😉

7. L’atlante di smeraldo, John Stephens
Per una volta mi sono lasciata trascinare dalla moda del momento, quando ho deciso di acquistare questo libro appena uscito: le premesse, dopotutto, sembravano allettanti, e la trama appariva niente male… però vorrei non averlo fatto. L’aggettivo che più si addice a questo libro è: sopravvalutato. Come definire altrimenti un mix di Harry Potter, le Cronache di Narnia, Una serie di sfortunati eventi e Il signore degli anelli che viene spacciato per una storia originale e, oltretutto, pubblicizzato fino alla nausea? Ok che è per bambini, ok che la moda è moda, ma per una pubblicità del genere mi aspettavo decisamente qualcosa di più.

19 pensieri su “Il meglio e il peggio del 2011

  1. concordo su “Marina”, uno dei migliori libri che abbia letto negli ultimi anni, e il migliore di Zafon insieme all’Ombra del Vento.
    Mi segno gli altri “top”, grazie per la segnalazione!

  2. o.O Avevi adorato Hyperversum? Ok, ne deduco che io e te, di gusti in comune, non abbiamo NULLA. Un libro che ho odiato da pagina 3 alla fine. Giuro che mi sono costretta a leggerlo solo perché me lo avevano regalato, ma pregavo di finirlo in fretta.
    Resto dell’idea che se si vuole scrivere un trattato di storiografia, si dovrebbe scrivere, appunto, un trattato di storiografia e non un romanzo.
    V

    • Haha, il mondo è bello perché è vario! xD Scherzi a parte, anche io in certi punti l’ho trovato piuttosto pesante, ma nonostante ció è riuscito ugualmente ad appassionarmi, e non poco 😉
      Credo anch’io che a questo punto sia più questione di gusti che altro: in fondo tutti noi lettori (per fortuna) siamo diversi, e di conseguenza quel che a me sembra un difetto a te può apparire come pregio e viceversa… insomma, cercare di stabilire l’effettiva validità di un libro è tutt’altro che facile, sono la prima a dirlo ^^ L’importante, alla fine, è sempre argomentare 🙂

  3. Per quanto riguarda Hyperversum, Platinum ha un poco ragione, a tratti risulta un pò noioso, però anche a me è parsa una buona lettura, anzi, una delle migliori tra i libri che ho letto di recente (seppur lunga). In effetti leggerò il secondo tra molto tempo, tuttavia Gens Arcana mi stuzzica parecchio!
    Quelle merde di Amon e compagnia bella non potevano stare altrove… 😉

  4. Non è questione di noia (beh, non solo, ho letto pure molto di Eco: se ho retto le pagg centrali del Pendolo di Focault, posso reggere praticamente tutto), è che nulla è riuscito a stimolare la mia curiosità. L’idea del gioco era buona (pure se già usata. Io stessa ne avevo fatto un racconto tipo 10 anni fa), ma è stata “persa per strada”. I personaggi pare che letteralmente si “dimentichino” di come sono arrivati lì, non sono ossessionati dall’idea di tornare al presente e mi sarei aspettata ampi piani da parte del Fisico per tornare a casa.
    Ho visto solo pagg e pagg dove un Gary Stue dà sfoggio di sé e, nonostante questo, non è riuscito a starmi simpatico nemmeno per un attimo. Comunque, in un romanzo con simili presupposti, non ci si può dimenticare della Fisica (viaggio nel tempo, ctc, teoria delle stringhe, metrica di Kerr e compagnia cantante). La documentazione storica sarà senz’altro accurata, ma pare che ci si sia scordati in toto di fornire qualche ragguaglio sul resto (anche sulla medicina… le due viaggiatrici del tempo studiavano medicina, ma non si sa perché nel libro non si riporta una procedura medica nemmeno delle più basilari). Insomma, è come se i personaggi nel passato si fossero dimenticati di chi sono nel presente.
    Fornisco recensioni particolareggiate su richiesta 😀
    V

    • Sono d’accordissimo con quanto hai scritto! Mi hanno dato la stessa impressione! Come dici te era come se si fossero subito dimenticati di provare a tornare nel loro presente. In effetti, per quel che mi riguarda, questa è l’unica pecca del libro.

    • Hai detto la stessa cosa che io avevo scritto su questo blog un paio di mesi fa; in Hyperversum nessun personaggio ha un carattere indimenticabile.

      • visto che ci sei, Critico: mi dici con che parola inizia pagina 45 di Hyperversum?

  5. Dei “Best” ne ho letto solo uno, Gens Arcana, e non posso che concordare! Una meraviglia di libro..letto in un periodo in cui nessun fantasy riusciva più a sorprendermi e nessun libro riusciva a prendermi abbastanza da farmi correre a leggere un altro capitolo se non la sera prima di dormire..con questo ho ritrovato il piacere di tenere il naso tra le pagine fino alle due di notte.
    Dei “Worst” conosco il numero 2..in realtà non lo conosco benissimo ma quello che so mi basta (e avanza). Non ho letto il primo. Mi hanno regalato uno dei due seguiti (perchè, perchè non fare un buono di 20 euro in libreria quando non hai la minima idea di quello che stai andando a comprare?)..l’ho sfogliato e ho capito che non valeva la pena affannarmi per procurarmi gli altri due così ho letto quello che avevo. E concordo pienamente con te!
    Già che siamo in argomento..Hyperversum *-* wow..altra trilogia che mi ha tenuta attaccata alle pagine! Ero diventata tutt’uno con il libro..sinceramente trattato o no, niente che riguardasse la storia è mai riuscito ad appassionarmi tanto come quel libro. Forse avrò beccato proprio il periodo giusto per leggerlo, forse ero in “astinenza” da quel genere di storie (cavalieri, medioevo ecc) ma è diventato senza dubbio uno dei miei preferiti 🙂

  6. wow, 170 è decisamente un bel numero, non c’è che dire… Non ho letto nemmeno uno dei libri in classifica, e sinceramente non so nemmeno se riuscirò a farlo nei prossimi mesi perché in quest’ultimo periodo ho accumulato un numero tale di libri e volumi di focus storia che ormai non ho più nemmeno il posto per metterli…
    Ma chissà, quest’estate magari un po’ di tempo lo trovo( speriamo davvero)!

    P.S. scusa la curiosità, ma come fai a leggere così tanti libri e a conciliare anche gli impegni scolastici?

    • Come faccio? Suppongo facendo i salti mortali per incastrare i vari impegni in modo da ottimizzare la giornata. Poi per fortuna non ho bisogno di studiare molto per cavarmela a scuola (e d’altra parte quest’anno ci sono prof che non vanno oltre l’8 nemmeno a pagarli oro, perciò è tanto inutile sforzarsi… può sembrare un atteggiamento un po’ distruttivo, ma dalle mie parti è l’unico modo per sopravvivere)… e comunque c’è sempre l’autobus per leggere 😉

  7. Ciao Marta 🙂 non so se è colpa del mio pc, ma vorrei segnalarti che questo post ha qualcosa di strano XD non ci sono più le immagini e si vede il codice html (credo si chiami così) 😉

  8. ho letto anche io L’Atlante di Smeraldo e concordo. Una storia nata già vecchia, una sorta di Harry Potter dei poveri, spacciato per chissà quale innovazione fantasmagorica. Deludente e sconclusionato!

  9. Io ho leto la trilogia de “La saga di Amon”. Sono stata attirata dalle critiche negative, ma debbo dire che a me è piaciuto. Ho notato tutti gli errori fatti dalla Boni, ma rimango dell’idea che non sia del tutto da buttare via. Mi piace lo stesso.
    Ciao

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