Erasmus & Co: come studiare all’estero – Intro

Così su due piedi mi vengono in mente almeno 20 nomi di miei coetanei e non che durante il liceo hanno trascorso un periodo all’estero: chi in terza, ma soprattutto in quarta; chi con Wep o Intercultura; chi per sei mesi e chi per un intero anno scolastico; chi in Scandinavia, chi in Canada o Stati Uniti e persino chi in Australia e Nuova Zelanda.
Tante storie e destinazioni diverse, ma su una cosa tutti concordano: che la loro è stata un’esperienza indimenticabile, grazie ai luoghi, alle persone e soprattutto alle culture che hanno imparato a conoscere.

“Non tutti quelli che vagano si sono persi.” – J.R.R.Tolkien

Sfortunatamente non a tutti è capitata questa fortuna, me compresa.
Innanzitutto, so che partecipare a un programma di scambio è spesso un bel colpo per le tasche di mamma e papà.
Di certo le esperienze che si fanno all’estero valgono ben più dei soldi spesi, però per molte famiglie si tratta comunque di una spesa non indifferente, se non proibitiva.
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Inoltre non dobbiamo dimenticarci del fattore “maturità”: ci vuole senza dubbio una buona dose di coraggio per affrontare un cambiamento del genere.
Io, per dire, a 17 anni sarei morta d’infarto al pensiero di prendere l’aereo da sola, andare in un posto sconosciuto a n-mila km da casa e vivere per mesi lontana dalla mia famiglia.
Naturalmente da allora il mio pensiero è cambiato, tanto è vero che un anno fa non ho esitato a cambiare città per seguire il corso di studi che mi piaceva, anche se mi sarebbe costato parecchie ore di treno tra andata e ritorno. Ora posso dire che vivere da sola non è sempre facile, però per la maggior parte del tempo è molto entusiasmante, per un semplice motivo: non c’è più la mamma che ti sveglia la mattina, ti fa da mangiare e ti lava i vestiti, oppure che va ai colloqui coi professori. Sei tu, da solo, e devi provvedere a te stesso in qualche modo: se non si vuole rimanere a casa dei genitori a vita, bisognerà pur cominciare a un certo punto, no? 🙂
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Insomma, non tutti possono vantarsi di essere stati exchange student prima dei 18 anni, sia per ragioni economiche sia caratteriali.
Se invece vi dicessi che potreste essere addirittura pagati per studiare all’estero, avendo la pazienza di aspettare solo qualche anno?
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Ebbene sì: grazie a programmi di studio come Erasmus avrete l’opportunità di studiare in un’università estera, imparare la lingua del posto, dare là gli esami e farveli riconoscere. E se non vi basta riceverete un contributo mensile per fare ciò.
Tutto molto semplice, vero?

Vero?

… In realtà, come ho dovuto constatare sulla mia pelle negli scorsi mesi, non lo è affatto, purtroppo. Tuttavia, se la regina dell’anti-burocrazia (con molta modestia, io) sta scrivendo questo articolo con la baia di Charleston appena oltre la finestra, difficile sì, ma non impossibile.
Ecco perché sono qui a scrivere della mia esperienza, sperando possa essere utile a qualcuno che volesse intraprenderne una simile.
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Personalmente se prima di iniziare tutta la trafila avessi potuto leggere una guida del genere, da uno che magari ci è già passato, credo mi sarei risparmiata parecchie preoccupazioni e anche paranoie, spesso rivelatesi poi ingiustificate.
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Vi prego di prestare attenzione, in ogni caso, perché non si tratterà di una guida “tecnica”: qui non troverete le date di scadenza per presentare la domanda, il livello linguistico che dovete possedere in inglese oppure le modalità con cui ricevere i soldi della borsa di studio… semplicemente perché ogni università ha regole diverse, che vi verranno spiegate in dettaglio nel bando di candidatura.
Cercherò invece di descrivervi le modalità generali, quelle valide per tutti, e magari di fornirvi suggerimenti utili per non impazzire tra una risma di documenti e una casella di posta traboccante di email.
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Dopo questa introduzione, siete pronti a buttarvi nel magico mondo dei programmi di scambio? Se sì, continuate a seguirmi nei prossimi articoli su Erasmus & Co: come studiare all’estero.
Il tutto naturalmente con un’unica morale: se ce l’ho fatta io potete farcela anche voi 🙂
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Un pensiero su “Erasmus & Co: come studiare all’estero – Intro

  1. Personalmente credo che sia molto meglio trascorrere un anno di studi all’estero durante l’università che non a scuola. Alle scuole superiori penso sia meglio andare per brevi periodi, per esempio qualche settimana l’estate per i corsi di lingua, che non passarci un anno intero di liceo. Di solito che va all’estero per un anno al liceo lo fa in quarta, ma purtroppo la scuola non è molto elastica, e al rientro c’è molto da soffrire: gli esami di maturità alla fine non è detto che badino al tuo percorso particolare. Conosco studenti per cui è stata dura sia negli USA che, soprattutto, al rientro nei ranghi.

Stretta è la soglia, larga è la via: dite la vostra, che ho detto la mia!

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