– Ore 6.30 (di Greenwich): mi alzo, faccio colazione e metto le ultime cose in valigia.
– Ore 8: prendo il bus per arrivare in centro e poi il treno fino all’aeroporto. Durante il viaggio scopro che il primo volo, Manchester-Bruxelles, partirĂ con 45 minuti di ritardo, ma non mi preoccupo perchĂ© tanto a Bruxelles avrò comunque abbastanza tempo per raggiungere il secondo volo (se se, credici finchĂ© sei in tempo -.-).
– Ore 12.25: Finalmente decolliamo, con il ritardo che è arrivato a un’ora e venti. Durante il volo scopriamo che la ragione del ritardo è un favoloso sciopero del personale a Bruxelles, tuttavia presto ci sanno dare le info precise riguardo ai gate dei voli successivi, e sentendo nominare anche il mio mi tranquillizzo pensando che *dovrebbero* aspettarmi, visto che a quanto pare sanno che sono sull’aereo in ritardo.
– Ore 14.47 (di casa): atterriamo a Bruxelles esattamente quando sta iniziando l’imbarco del secondo volo, Bruxelles-Bologna. Io sudo in partenza pensando a quanto dovrò correre per prendere quell’aereo, per cui tuttavia nutro ottime speranze per via del punto precedente. Ovviamente dobbiamo aspettare il bus che dall’aereo ci porti al gate: tra l’attesa e il viaggio arrivano le 15.
– Ore 15: Non c’è tanta gente ai controlli, ma una sola fila è aperta e le guardie aeroportuali se la stanno prendendo piuttosto comoda. Arriva anche un simpatico tizio che decide che soltanto lui ha fretta e decide di passare davanti a tutti. Io e una signora inglese facciamo gentilmente notare che i nostri aerei partono tra 15 minuti, ma il tizio passa lo stesso. Per fortuna me la sbrigo velocemente tra i controlli di valigia e passaporto, al che schizzo alla ricerca del mio gate quando da orologio mancano ormai solo 5 minuti al presunto decollo.
– Ore 15.10: corro verso il mio terminale che “Usain Bolt levati proprio”, rischiando di investire un numero imprecisato di persone (sorry, ero un po’ di fretta).
– Ore 15.14: arrivo ad A54, due gate prima del mio a 50 metri di distanza, che i tabelloni dicono ancora “Ultima chiamata”. Anche se sto morendo penso che mi manca solo un ultimo sprint per farcela.
– Ore 15.15: passo al gate A56 e noto che il tabellone ora dice “Gate closed”. Impreco.
– Ore 15.15 e 30 secondi: arrivo finalmente all’A58 che è perfettamente deserto, e capisco che nonostante le promesse si sono ben guardati dall’aspettarmi. Dico addio al volo e impreco, tanto.
– Ore 15.20: raggiunto l’ufficio informazioni e chiedo qual è il prossimo volo su cui posso salire. La dolce signora al banco mi annuncia che di voli diretti non ce ne sono, però posso fare scalo a Fiumicino e arrivare sempre a Bologna, partendo dopo le 18. Rassegnata, ovviamente accetto. La signora prova pietĂ per me e mi regala un buono da spendere in un ristorante del terminal.
– Ore 15.30: mi consolo decisamente per il volo perso mangiando waffel e Nutella. Giro un po’ per i negozi, leggo, ascolto musica per far passare il tempo prima dell’altro volo.