Si dà il caso che la sottoscritta tenga un diario più o meno segreto.
Si dà anche il caso che la prima entry di questo diario porti la data 17 agosto 2008.
È passato un bel po’ di tempo, ma ricordo ancora quel pomeriggio estivo, in cui ho creato un nuovo documento e ho scritto “Ciao Diario” in cima alla pagina. Una decisione nata dal nulla, pensavo all’inizio.
Oggi penso che se ho cominciato quel diario è perché ne avevo bisogno. Non so proprio dire come mai quel giorno in particolare, però è successo, ed eccomi qui a parlarne esattamente un decennio dopo.
Nel corso degli anni ovviamente il diario si è evoluto: da documento Word su cui scrivevo i miei sfoghi imbarazzanti da adolescente ribelle in perenne crisi ormonale, è passato poi a un vero e proprio diario cartaceo (i.e. quelli di scuola) su cui annotavo le “perle” dei professori e i fatti divertenti successi tra i muri della mia classe, fino ad arrivare alla versione attuale: “pensieri giornalieri” ospitati nelle app Evernote e/o Journey, che offrono salvataggio sul cloud e servizio multipiattaforma, più adatti alle mie esigenze di oggi (è importante stare al passo coi tempi, poffargatto 🙂 ).
Poi c’è stato il presente blog, naturalmente (e che, credevi mi sarei scordata di te, amore mio?): tra alti e bassi (pochi alti e molti bassi), anche Pensieri d’Inchiostro fa parte della “storia”.
Il diario ha inoltre visto varie lingue: l’italiano ovviamente, soprattutto all’inizio, poi qualche tentativo con l’inglese, pochi tentativi mal riusciti col tedesco, infine un mix di inglese e italiano, per migliorare il primo e non dimenticarmi il secondo – vivendo in Inghilterra, non si sa mai quel che ti può succedere.
(All’inizio, tra l’altro, credo che fosse scritto col “fantastico” Comic Sans, che in seguito con ogni probabilità ho cambiato nell’intero documento, a causa di forti attacchi di nausea dovuti alla sola visione del font stesso.)
Una cosa però non è mai cambiata, ovvero lo sforzo quasi-quotidiano di mettere per iscritto i miei pensieri (quasi, perché in certi brevi periodi non ho scritto affatto). Non mi è mai importato se fossero imbarazzanti, sconvenienti o persino, col senno di poi, stupidi, ma soltanto di scriverli per lasciare una traccia di quello che ero e che sono.
Dopo dieci anni, devo dire, sono contenta di averlo fatto e di non aver lasciato che la maggior parte di quei pensieri si perdessero. Se non altro, adesso mi rimane un bel malloppo di roba divertente da leggere… poi diciamocelo, secondo me non è un caso che abbia iniziato a prendere bei voti in italiano proprio a partire dai tredici anni 🙂
E niente: tanti auguri, caro diario, e grazie per avermi accompagnato fino a qui.

PS: incredibile quanto offuscare un testo lasciando solo una manciata di parole lo faccia sembrare molto intelligente e profondo, pur essendo scritto da una tredicenne. Spoiler: non lo era affatto, ma tanto nessuno lo leggerà mai 🙂
PPS: sappiamo tutti quanto la Microsoft si impegni a aggiornare regolarmente i propri prodotti, spesso e volentieri rendendo incompatibili o almeno di difficile lettura i documenti creati solo con la versione precedente a quella attuale. Per questo motivo, la schermata presente nell’illustrazione potrebbe non rappresentare fedelmente ciò che la sottoscritta utilizzava qualche era informatica fa. Suvvia, rimane comunque un pezzo d’antiquariato.